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Caterina de’ Medici, la duchessina

Caterina de’ Medici, regina madre

Caterina de’ Medici, le redini del potere

La politica della tolleranza non funzionava più.

Ovviamente Caterina, in una situazione che imponeva delle scelte, si dimostrava vicina ad una posizione Cattolica tanto che nel 1568 abbandona al suo destino  Michel de l’Hôspital. In Francia sviluppano vari moti che sfociarono in svariati scontri, qualcuno tanto da assomigliare ad una battaglia, quindi anche molto sanguinose. Questo determinerà una reazione di Caterina imponendo ai protestanti, nel 1570, il trattato di Saint Germain. Un trattato, stipulato da Carlo IX di Francia e dall’ammiraglio Gaspard II de Coligny, che determinò la fine della terza guerra della Francia contro gli Ugonotti.

In realtà il partito ugonotto attraverso l’ammiraglio di Coligny esercitava sempre più un’influenza sul re trasmettendo allo stesso i rancori di una nobiltà piuttosto turbolenta. Per ovviare a questa deriva politica Caterina cercò una nuova forma di pace tra i due partiti, attraverso il matrimonio di sua figlia Margherita con il principe di Borbone Enrico III di Navarra. L’annuncio del matrimonio non sortì lo scopo sperato in quanto i due partiti mantennero entrambi i loro punti politici senza smuoversi di un millimetro.

La decisione che prese Caterina fu piuttosto drastica, sfruttare il matrimonio per eliminare i capi rivoltosi.  Infatti i principali capi ugonotti che si erano recati a Parigi, proprio per assistere al matrimonio, furono uccisi. Oggi è molto discusso se questa fu una decisione di Caterina o del figlio che, per tagliare con le politiche di tolleranza della madre, ordinò il massacro con puntualizzazione di uccidere per primo l’ammiraglio Gaspard II de Coligny, tra l’altro ferito pochi giorni prima in un attentato.

Nella notte tra il 23 e il 24 agosto 1572 ci fu il massacro passato alla storia come “il massacro di San Bartolomeo”. Ci furono migliaia di vittime soprattutto concentrate a Parigi, ma molte anche in provincia. Coloro che furono demandati ad organizzare le uccisioni non si resero conto che avevano innescato una miccia che non riuscirono più a controllare; l’eccidio divenne indiscriminato, tra l’altro incoraggiato dai preti. Gli assassini si moltiplicarono sulla scia dell’odio represso e dal centro di Parigi si estese alle campagne ed ad altre città. Oggi si calcola che probabilmente quella notte, e nei giorni successivi, morirono 30.000 persone ed a nulla valse l’ordine emanato dal re il 24 agosto di arrestare immediatamente l’ondata di violenza, la strage proseguì inalterata.

La figlia di Caterina, Margherita, da poco sposata e quindi regina di Navarra, scrive nelle sue memorie di aver passato una notte da incubo a fianco del marito Enrico III di Navarra e con alcuni membri ugonotti della sua corte. Il mattino il re di Navarra assieme al cugino Enrico di Condé si recarono al Louvre dove furono catturati. Furono graziati solo perchè di sangue reale ma costretti ad abiurare la loro fede. Margherita racconterà in seguito, sempre nelle memorie, che fu interrogata dalla madre Caterina se il matrimonio era stato consumato. Nel caso negativo Caterina offriva alla figlia l’annullamento ma la regina di Navarra rifiutò la possibile scappatoia per proteggere il marito.

La conseguenza alla notte della di San Bartolomeo fu l’inizio della quarta guerra di religione alla cui base sussisteva persino il dubbio che i nobili e il popolo dovessero mantenere la fedeltà al re. A distanza di due anni, il 30 maggio 1574, Carlo IX morì di tubercolosi. La reggenza cadde nuovamente nelle mani di Caterina sino al ritorno in patria dell’erede Enrico.

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Fine quinta parte parte presto la sesta: Caterina de’ Medici, l’ultimo viaggio

Jacopo Cioni
Jacopo Cioni
Caterina de’ Medici, notte di San Bartolomeo
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