Numerosi sono gli animali veri o fantastici protagonisti della storia di Firenze

Li troviamo rappresentati in opere d’ arte conservate in musei o lungo le vie, piazze e giardini pubblici e privati della città. Tra questi ce n’ è uno di cui poco si parla ma che fa parte della tradizione fiorentina : il coccodrillo.

Tutti noi conosciamo questo rettile anfibio con il corpo allungato, muso e coda lunghi e con zampe corte. Il museo della Specola ne conserva imbalsamati ben sette esemplari di varie fogge e misure. Un coccodrillo mummificato secondo le tecniche egizie fu presentato qualche anno fa al pubblico nel Museo archeologico di Firenze.

Nel luglio del 2017 durante l’inaugurazione del camminamento lungo l’Arno da piazza Poggi a lungarno Torrigiani fiorentini e turisti si stupirono nel vedere un coccodrillo posto sulla riva dell’ Arno. Era una scultura che l’artista fiorentino Sedicente Moradi realizzò insieme ad altre opere per quella occasione a seguito dei lavori di consolidamento dopo il crollo del lungarno Torrigiani del 2016.

Il coccodrillo fa parte della storia di Firenze.

Tra il tesoro dei Medici a Palazzo Pitti è conservato un anello con inciso un coccodrillo . Nella ricca e variata spezieria medicea, come risulta dall’inventario compilato nel 1739, non mancava il consueto coccodrillo “secco ripieno” che si distingueva perché con le zampe reggeva palle di vetro tinte, formando così l’arme, vale a dire lo stemma dei Medici. Un esemplare di coccodrillo imbalsamato era conservato nel cinquecentesco Guardaroba di Palazzo Vecchio (conosciuto oggi per la sala della Carte geografiche), dove alcune stanze erano denominate “Sale del coccodrillo”. Interessi per studi geografici e di scienze naturali, per la sperimentazione alchemica e la farmacopea portarono i Medici a collezionare esemplari di alligatori e loro immagini.

Il sangue del coccodrillo era raccomandato per curare dalla melanconia e da altre malattie mentali ed il grasso era impiegato per curare piaghe e cancheri. Inoltre per l’ acidità spermicida l’applicazione di feci di coccodrillo sembrava assicurare effetti anticoncezionali.

Santuario della Beata Vergine delle Grazie

Draghi, serpenti e coccodrilli erano considerati animali che inducevano al peccato, personificazioni del diavolo e pertanto la loro morte sanciva la vittoria sul male e la sconfitta di influssi magici maligni. Una moneta di epoca romana, conservata a Firenze presso il Museo di Casa Martelli, raffigura l’imperatore Adriano con ai lati una lancia e il tipico parazonium (una spada corta destinata ad alti gradi dell’ esercito ed a imperatori) nell’atto di schiacciare con la gamba destra un coccodrillo appena ucciso, mostrando così la sua forza, il suo potere ed il dominio sul male. In alcune chiese in Italia si trovano sin dal XVI secolo coccodrilli impagliati o mummificati appesi al soffitto. Fissarlo in alto nella volta della chiesa significava allontanare e rendere innocuo tutto ciò che era malvagio ed indurre così i fedeli ad avere comportamenti non peccaminosi. A Ponte a Nossa, in provincia di Bergamo, nel Santuario della Madonna delle Lacrime agganciato al soffitto di una navata è conservato un coccodrillo di cui si ha testimonianza dal 1594, a Curtatone, in provincia di Mantova, all’interno del Santuario della Beata Vergine delle Grazie è appeso un coccodrillo in catene, simbolo della vittoria sul male, e lo stesso significato ha quello sospeso su uno degli archi della navata a sinistra della chiesa di Santa Maria delle Vergini a Macerata, nelle Marche, che la leggenda vuole catturato alla fine del Cinquecento lungo il fiume Chieti.

Fotografia di Marco Tosatti recuperate dal suo Blog

Firenze non è da meno a questa tradizione. Ha anche lei il suo coccodrillo appeso. Non si trova in una chiesa ma nella antica “Fonderia e Farmacia di San Marco” lungo l’odierna via Camillo Cavour, che purtroppo dagli anni Novanta del Novecento non è più aperta al pubblico e visitabile. La Farmacia fa parte dell’ampio complesso del convento domenicano di San Marco ed era attiva già dal XV secolo, dai tempi di Cosimo il Vecchio dei Medici. I locali oggi conservano l’aspetto che avevano tra la fine del Seicento e l’ inizio del Settecento.

Fotografia di Marco Tosatti recuperate dal suo Blog

Qui in una stanza, adiacente a quella delle vendite, si trova appeso nel soffitto un coccodrillo impagliato del Nilo e per questo è detta “sala del coccodrillo”, particolare curioso che ricorda le antiche tecniche della farmacopea e ciò che l’animale simboleggiava.

E’ un luogo molto singolare dove il tempo sembra essersi fermato all’ultimo restauro ottocentesco e dove sono conservati i vecchi arredi costituiti da armadi lignei e vetrine con alambicchi e bottigliette che un tempo contenevano profumi o medicinali preparati appositamente per i malati . Ci si meraviglia di come questa antica fonderia e farmacia, che tanta parte ha avuto nei secoli passati per la cura degli ammalati, non sia più da tanto tempo attiva ed aperta al pubblico. Senza “piangere lacrime di coccodrillo” oggi più che mai sarebbe opportuno attivarsi per fare in modo che questo luogo di notevole importanza storica ed artistica venga recuperato e reso visitabile dai fiorentini e da tutti i suoi abitanti e visitatori.

Dall’autrice di Chi era la Beatrice di Dante?

Marta Questa
Coccodrilli a Firenze
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