Sembra incredibile ma la triste storia dei delitti del Mostro di Firenze è una storia ancora, nonostante i tanti anni passati, estremamente sentita e rinnovata nelle ricerche. La maggior parte delle persone l’ha ormai annoverata fra i ricordi di cronaca, la rammenta, magari ci esprime un giudizio, ma niente di più.

Ne ho già parlato su queste pagine (art 1 e art 2) e ne parlerò ancora, riguarda Firenze e se bene non ludico come argomento personalmente mi coinvolge ancora.

Nella realtà esiste un nutrito gruppo di persone che ancora ne parla, appassionati sicuramente di cold case, cioè casi irrisolti, che trovano nelle tristi vicende fiorentine un motivo di aggregazione e discussione. Il gruppo di persone è eterogeneo con prevalenza maschile e non necessariamente locale, anzi, molti sono extra-fiorentini. Il grande vantaggio di internet è avvicinare persone lontane con passioni similari e riunirle in agglomerati che permettono il dialogo.

In questi gruppi ci sono i cosi detti “professionisti” quelli che hanno scritto libri o detengono blog specifici o canali yotube, poi ci sono “gli appassionati” che leggono di tutto conducendo ricerche personali talvolta anche estremamente raffinate, poi ci sono i “curiosi”, che leggiucchiano e ogni tanto esprimono la loro idea, infine quelli che definirei gli “indiani”. Ho scelto il termine “indiani” perchè nel caso MdF è ricorrente e indica i guardoni. La categoria degli indiani è però variopinta, ci sono gli indiani propriamente detti e cioè che si limitano a guardare ma anche quelli che intervengono e sempre e solo su determinati post. Sembrano interventi mirati, specifici e con scopo ben preciso. Gli “indiani” da Taverna del Diavolo fanno poco danno a differenza dei guardoni “attivi”. Quest’ultimi sanno come intervenire. Due sono le maniere più in voga, la derisione o l’informazione “sellata”, cioè incerta ma fatta passare per certa con cui demoliscono l’opinione altrui.

I fiorentini, se pur ormai distaccati, ricorderanno le varie ipotesi investigative; orbene tutti i partecipanti hanno una loro teoria, ci sono i sardisti, i merendari, quelli del killer unico, quelli del killer multiplo, quelli dei depistaggi, quelli delle sette esoteriche, i narducciani, quelli del killer poliziotto, quelli del legionario, quelli del killer nobile e via discorrendo. Ognuno con la sua teoria e molti anche con un nome ben preciso.

Confesso, anche io mi diverto a leggere in proposito e sebbene possa annoverarmi solo nella categoria dei curiosi ho sviluppato idee e teorie, come tutti.

Perchè parlo di questo argomento di cronaca cosi lontano? Perchè è meno lontano di quello che si crede e certi avvenimenti macchiarono in maniera indelebile una città, la consacrano.

Personalmente mi mantengo possibilista ad ogni teoria, mi piace più l’aspetto “ragionamento” che l’idea di trovare il colpevole, idea che ritengo molto improbabile a meno che non si abbiano disponibili nuove e rivoluzionarie acquisizioni. Affermando questo ovviamente dico implicitamente che la teoria giuridica dei compagni di merende non mi ha evidentemente convinto. Dicevo che mi piace il ragionamento, cioè l’aspetto di come si struttura una teoria e di come la stessa possa presentare spunti interessanti come anche circostanze improbabili.

In questi gruppi coloro che ho definito i “professionisti” sono coloro che meno degli altri scrivono, mantengono l’alone del “so ma non dico” tanto comodo per vendere libri; sospetto però che siano avidi lettori e nelle idee altrui trovano spesso spunti da sviluppare avendo dalla loro la grande conoscenza degli incartamenti e delle perizie.

Avete presente il post di alcuni giorni fa dell’accordo con Florence International Radio? Orbene in questa web radio ci sono spesso trasmissioni, di solito nel dopocena, dove taluni si incontrano per parlare del Mostro di Firenze, sommariamente o rispetto a teorie specifiche. Approfitto per invitare chiunque abbia da dire qualcosa in proposito a contattare la redazione della Rivista Fiorentina con un suo articolo, che sia ovviamente di buon gusto e soprattutto abbia un senso logico rispetto alla vicenda.

Oggi davvero un articolo sui generis, ma non sarà l’ultimo, il Mostro di Firenze è una pagina della storia della nostra città, una triste pagina, ma ci appartiene e se pur molti di voi non sono degli appassionati di cold case sono convinto che rinnovarne la memoria ai fiorentini non sia sbagliato. Perchè? Semplice, quella mano ha continuato a vivere nella nostra città e secondo taluni, in termini verticistici, vive ancora con noi.

Jacopo Cioni
Jacopo Cioni

 

Mostro di Firenze e appassionati vari.

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