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Caterina de’ Medici, le redini del potere

Caterina de’ Medici, notte di San Bartolomeo

Quando il terzo figlio di Caterina, il duca d’Angiò, rientrò in patria dalla Polonia assumendo il nome di Enrico III, assunse la piena carica e Caterina, certa dell’intelligenza di Enrico, si ritirò dalle decisioni di corte. Il suo defilarsi dalle politiche di palazzo non le impedì però di perseverare nei suoi ideali: la pace.

Cominciarono una serie di viaggi per Caterina atti a negoziare e far rispettare gli editti di pace. Attraversò tutta la Francia, e non soddisfatta nel 1578 cominciò un nuovo viaggio attraverso i territori francesi sino ad arrivare a Nérac. Qui, conscia che la figlia Margherita si era allontanata dal marito il re di Navarra, a causa di un amante agì facendo imprigionare e poi condannare a morte l’amante della figlia e la riportò in seno al suo sposo. Le conseguenze di questa azione pesarono su Caterina che non rivide più sua figlia, rientrata si in famiglia, ma profondamente ferita.

Le  grane familiari non cessavano mai ed anche a palazzo la sua presenza fu preziosa quando nacque un conflitto tra il re e suo fratello Francesco duca d’Alençon. Caterina conoscendo i suoi figli fu ambasciatrice di pace tra i due che scesero a miti consigli.

Caterina aveva ormai sessant’anni ma nonostante l’età non cessava di prodigarsi per il regno e la Francia, anche nel 1585 affrontò un nuovo viaggio verso l’est della Francia per “bacchettare” i Guisa che nuovamente fomentavano contro la pace.

Nel 1588 ci fu lo scoppio della “giornata delle barricate” a causa della Lega Cattolica che voleva prendere ordini solo dal Duca Enrico di Guisa e da nessun altro. Caterina, ancora una volta, era presente e non esitò ad affrontare le strade parigine percorrendole a piedi e aprendo, in prima persona, un varco tra le barricate.

Per Caterina l’armonia del regno veniva prima di qualsiasi cosa e questo fu percepito dal popolo che si muoveva verso questa sessantottenne acclamandola e inneggiando a lei come promotrice dell’ideale della concordia. in questo aspetto si deve cercare una grossa parte della grandezza di Caterina.

Nel dicembre del 1588 Caterina si ammalò. In quel momento era al castello di Blois e stava affrontando il suo ultimo viaggio. Morì attorniata dai propri cari e da coloro che la avevano apprezzata in vita. Morì probabilmente conscia che nonostante i suoi sforzi la pace e la concordia non era ancora stati raggiunti.

Dato che la basilica di Saint-Denis era controllata dai congiurati il corpo rimase al castello di Blois e solo ventidue anni dopo fu sepolto a Saint-Denis.

Jacopo Cioni
Jacopo Cioni
Caterina de’ Medici, l’ultimo viaggio
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