Come tutti sanno San Giovanni Battista è patrono della città di Firenze, lo si festeggia il 24 giugno ed è considerato il “simbolo della rettitudine morale e della correttezza politica”. Non capisco bene cosa lo si festeggia a fare in questo periodo storico, ma lo si fa. In particolare a Firenze lo si onora addirittura con i fuochi d’artificio e con una giornata di festa.

Per questa ricorrenza c’era una tradizione, anche se si è persa nel tempo, la raccolta dell’Erba di San Giovanni. Cosa è l’erba di San Giovanni? Si tratta di una pianta dal nome scientifico Hypericum perforatum L. detta anche erba di San Giovanni o erba caccia diavoli o ancora erba fuga demoni, ma comunemente conosciuta come iperico.

Questa erba è sempre stata considerata simbolo di vittoria sul male, portatrice di magia buona e capace di protezione dalle arti malefiche. Si pensi che durante le Crociate i Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme l’avevano sempre con loro e non solo per le sue protezioni magiche ottenute tenendola sotto l’armatura, ma la utilizzavano per curare le ferite dovute ai combattimenti. Le donne in patria la usavano invece sotto le vesti per proteggersi dalle violenze sessuali.

Se si strofina tra le dita i petali questi secernono dei pigmenti di colore rosso che secondo la tradizione cristiana rappresenterebbe il sangue di Giovanni Battista, versato con la sua decollazione.

Sin dal Medioevo, durante la notte di San Giovanni, si usava l’iperico in varie maniere, lo si metteva in mazzi appeso alle finestre e alle porte per impedire ai demoni di entrare in casa (da questo erba caccia diavoli), oppure la si metteva sotto il cuscino per far si che San Giovanni proteggesse chi dormiva con la testa su quel cuscino, protezione che durava l’intero anno. (Lapucci & Antoni, 2016)

Tradizione era usare una combinazione di iperico, lavanda, mentuccia, ginestra, ruta, rosmarino, salvia, noce, lavanda, rosa, alloro, finocchio selvatico, e molte altre essenze, per la preparazione dell’acqua profumata di San Giovanni. Quest’acqua, in una ciotola, veniva tenuta all’aperto per tutta la notte e al mattino le donne della casa si lavavano con quest’acqua per avere buona salute e una pelle liscia come seta. Se la donna era poi in attesa di marito si diceva che lavarsi pensando intensamente all’amato lo avrebbe condotto al matrimonio con la suddetta.

Le proprietà medicamentose della pianta sembrano decine. Oggi abbiamo tutti sulla bocca l’aloe vera, ma sembra che l’erba di San Giovanni sia decisamente più potente, forse per la sua antica magia.

Quest’erba oggi come oggi viene impiegata per molte preparazioni. Ha capacità antisettiche e cicatrizzanti, ed è per questo che i cavalieri la usavano sulle ferite che non si infettavano e guarivano più celermente. E decongestionante ed antinfiammatoria. Addirittura antivirale, ed in questo periodo potrebbe far più comodo di alcuni farmaci miracolosi, quanto meno è testata da millenni.

Contenendo serotina sembra che abbia anche effetti contro la depressione per un’azione diretta a livello nervoso. Il suo olio estratto dalle bacche sembra incredibile per curare scottature e piaghe, ma lo stesso si ottiene anche con la foglia fresca, aperta dalla parte sottostante, e strofinata sulla scottatura.

Infine l’iperico veniva usato anche nella preparazione di liquori per le sue proprietà aromatiche e digestive. Con i frutti seccati, anticamente, veniva preparato una specie di tè.

La pianta viene utilizzata fresca nella sua parte fogliacea raccolta da giugno ad agosto, ma ricordate che se è raccolta il 24 agosto è accompagnata anche dalle sue doti magiche.

Jacopo Cioni
Jacopo Cioni
L’erba di San Giovanni
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