Curiosità

La Cattedrale di Santa Reparata situata dove oggi si trova il duomo di Firenze o Santa Maria del Fiore, faceva parte dell’antico “asse sacro”, comprendente oltre alla chiesa paleocristiana il Palazzo Vescovile, il Battistero, un ospedale, una canonica, un cimitero, e altre due chiese; San Salvatore al Vescovo e San Michele Visdomini. Esisteva come detto un cimitero, rimasto un uso fino al 1748 quando venne chiuso dal Granduca Pietro Leopoldo. Era famoso per le sepolture dei cittadini e dei Magnati. Le sepolture iniziavano dalla gradinata centrale e andava verso il lato meridionale per giungere alla Tribuna.

Oggi a ricordo di quelle sepolture sugli scalini d’ingresso a Santa Maria del Fiore, si vedono e si leggono i nomi di coloro che vennero inumati in quella antica chiesa. Sono gli stessi tolti nel diciottesimo secolo per lavori di manutenzione del Duomo. Accanto a queste iscrizioni si notano le armi gentilizie corrispondenti alle sepolture familiari. Vi sono scritti nomi illustri che hanno contribuito alla gloria di Firenze; gli Adimari (la famiglia proprietaria della torre chiamata del “guarda morto” costruita proprio di fronte al cimitero), i Rustichelli, i Figiovanni, i Cavalcanti, gli Abati, i Tornaquinci, i Medici. Mentre a ponente si trovano i nomi dei; Benizi, Bonajuti, Baldesi, Guidi, Ridolfi, Bischeri, i da Diacceto, Gherardi, e di tanti altri si vedono le tombe dei loro avi nel lato meridionale del Tempio.

Tra questi antichi nomi ci sono anche quelli delle famiglie degli Agolanti, e dei Ricci. Si trovano andando verso il lato meridionale del Tempio di fronte al campanile c’è una porta. Nei due pilastri della porta si trovano due sepolture; quella situata alla sinistra di chi guarda, c’è una lapide consumata dal tempo, ci sono incise le lettere G.A. È la sepoltura della famiglia Agolanti. Nel suo sepolcro venne calata creduta morta, la bellissima Ginevra, la cui storia d’amore è arrivata fino ad oggi. Dalla parte opposta, sempre accanto al pilastro, si trova una lapide con una scritta; “sepolcro destinato ad accogliere le spoglie dei Seminaristi defunti”. Nel sedicesimo secolo apparteneva alla famiglia dei Ricci, confermato da una scritta in latino “Domus De Riccis”. Qui dopo alcuni giorni dalla caduta della Repubblica Fiorentina fu inumata e riposa la sfortunata Marietta de’ Ricci, moglie di Niccolò Benintendi cagione del duello fra quattro gentiluomini fiorentini avvenuto al tempo dell’assedio di Firenze del 1530.

Alberto Chiarugi
Santa Reparata e il suo cimitero
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