Il termine “bailame” deriva dalla parola turca “bayram” che indica la più grande festa religiosa musulmana che giunge al termine del Ramadan.Per la sua importanza il Bayram prevede una grande affluenza corale di persone che festeggiano l’evento in modo chiassoso
Chi non ha testa abbia gambe
In questo adagio, per “avere testa” si intende essere provvisto di memoria, avere accortezza, fare attenzione. Si usa quando non si vuole affrontare una situazione in maniera diretta e concreta oppure quando non siamo stati sufficientemente saggi e abbiamo commesso
Fare la gatta morta
La “gatta morta” è una persona che, dietro un apparente aspetto inoffensivo, tranquillo e mansueto, nasconde invece un carattere sostanzialmente diverso, più subdolo e aggressivo.I gatti infatti fanno finta di essere morti per poter sorprendere la preda nel modo più
Quatto quatto
Sia il Boccaccio che Dante Alighieri hanno citato questa locuzione nelle loro opere. Il termine “quatto” deriva dal latino “coactus” (raccolto, accucciato, costretto) e di norma viene ripetuto due volte per ribadirne il concetto.Dunque la locuzione “quatto quatto” assume il
Lemme lemme
Dal latino “sollemne”, che richiama un’andatura lenta, a passi ritmati, proprio come quella delle cerimonie solenni. Anche in questo caso abitualmente il termine “lemme” viene ripetuto due volte per rafforzarne il significato.Con l’espressione “lemme lemme” si vuole esprimere il concetto
A caval donato non si guarda in bocca
Il proverbio trae le sue origini dall’antica abitudine di esaminare la dentizione del cavallo per stabilirne l’età e quindi anche il suo valore. Un destriero giovane infatti aveva una valutazione maggiore di uno più vecchio. Possedere un cavallo era dunque
Agli zoppi grucciate!
Il termine “gruccia” deriva dal latino “crux”, croce, e anticamente indicava un bastone ricurvo a forma appunto di croce di cui si servivano gli zoppi. Oggi corrisponde al moderno “stampella”.L’espressione proverbiale “agli zoppi grucciate!” vuole sottolineare l’accanirsi di sfortuna e
Tirati su le ciocce
Nello stretto gergo fiorentino le “ciocce” sono le mammelle delle donne e anche questo originale modo di dire si è diffuso prevalentemente tra il popolo dei mercati e delle botteghe della città.L’adagio “tirarsi su le ciocce” si riferisce in particolare
La ragazza dalle belle ciglia, tutti la vogliono e nessuno la piglia.
Si legge in un sonetto dei Canti Popolari Toscani: “O ragazzina dalle belle ciglia, ognun che passa a un angiolo v’agguaglia, vi voglion tutti ma nessun vi piglia”.Il proverbio si riferisce a tutte quelle ragazze particolarmente belle, ma così belle
A ogni santo la sua candela
L’interno delle grandi chiese è caratterizzato dalla presenza di diversi altari, ognuno dei quali è dedicato a un santo particolare e, a sua volta, ogni santo ha davanti a sé tutta una serie di candele accese che rappresentano le suppliche
Maremma maiala !
E’ un intercalare tipico toscano che fa diretto riferimento a una delle zone più affascinanti e selvagge della regione. Prima della sua bonifica infatti, la Maremma era terra di malaria, di lavoro stagionale malpagato, di briganti, di stenti e sofferenze,
A tutto spiano
La chiesa di Orsanmichele a Firenze, l’antica San Michele in Orto, era in origine una loggia di mercatanzia poi in seguito innalzata di due piani e adattata a deposito del grano della Repubblica Fiorentina.Il Magistrato dell’Abbondanza era l’autorità preposta all’assegnazione