Fra i capolavori d’arte della Basilica di S. Croce sono molti i Crocefissi dovuti al pennello di grandi maestri. Basterebbe pensare al celeberrimo Cristo di Cimabue che la disastrosa alluvione del 4/11/1966 sommerse completamente e che fu restituito all’ammirazione del mondo con una lunga, difficoltosa e certosina opera di restauro.
Lasciando da parte tutti gli altri presenti in S. Croce desideravo parlare di uno in particolare, non è dipinto, ma è una scultura lignea scolpita da Donatello nel 1425 ca. che si può ammirare in una delle cappelle della famiglia Bardi (quella del transetto a sin. guardando l’altar maggiore).
Donatello scolpì il corpo di Cristo infondendo nella materia lignea un’alta tensione drammatica e molto realista, prendendo come esempio un uomo lavoratore dei suoi tempi. Una volta scolpito questo Crocefisso, volle farlo vedere al suo grande amico Brunelleschi al quale l’opera non piacque proprio per il realismo che Donatello aveva impresso nella figura e i due grandi Autori finirono quasi per litigare vivacemente per questo argomento.
Filippo disse un po’ crudamente che Donatello aveva messo in croce un… contadino e lo scultore rispose che criticare era più facile che fare.
“Piglia del legno – disse – e prova a farne uno anche anche te”.
Punto sul vivo, Filippo di ser Brunelleschi, tornò a casa e si mise a scolpire segretamente un Crocefisso e per battere Donatello, ci lavorò molti mesi per portarlo alla massima perfezione. Brunelleschi infatti quando lo vide ed espresse il suo pensiero disse a Donatello che “Gesù Cristo fu delicatissimo e in tutte le parti il più perfetto uomo che nascesse mai.”
Come racconta il Vasari, quando ebbe finito l’opera, Brunelleschi invitò Donatello a desinare e passando insieme i due dal Mercato Vecchio, comprò uova, formaggio ed altre cose, le dette a tenere a Donatello che le mise nel suo grembiule d’artista e gli disse di precederlo a casa e di aspettarlo là. Entrato Donatello in casa di Filippo vide il bellissimo Crocefisso scolpito da lui e lo stupore fu tale che aprì le mani, lasciò andare le cocche del grembiule e le uova caddero per terra. Il Brunelleschi sopravvenuto dopo poco, disse ridendo: ”Che desineremo mai, avendo tu versato ogni cosa?”
Al che Donatello rispose che il Brunelleschi mangiasse pure, ma che lui per quella mattina, aveva già avuto la sua parte. “A te è concesso fare i Cristi a me i contadini!”
Il Crocefisso del Brunelleschi è nella Cappella Gondi di S.M. Novella ed è noto come il “Crocefisso delle uova”.
AGGIUNGO
Diversi anni fa ero andata un pomeriggio in p.za Duomo, non ricordo a fare cosa e vidi il Battistero aperto. Non ero mai entrata dentro al Battistero, così entrai. Il mio stupore fu grandissimo. All’interno c’erano in mostra 3 Crocefissi uno accanto all’altro. Quello di Donatello, quello di Brunelleschi e quello di Michelangelo molto giovane.
Rimasi a bocca aperta. Quello di Donatello rappresenta un uomo molto realistico che soffre molto per quello che gli hanno fatto e si vede. Quello del Brunelleschi rappresenta pure un uomo dai tratti finissimi bellissimo dove però non traspare sofferenza. Quello di Michelangelo molto giovane è un Cristo (giovinetto), nudo, anch’esso dai tratti molto fini. Fu la prima e anche l’ultima volta che ho visto un Crocefisso nudo.
Naturalmente vidi anche l’interno del Battistero semplicemente MERAVIGLIOSO.
Me ne andai alla fine, ma tutto mi rimase così impresso che oggi ho raccontato volentieri questa storia VERA.

Grazie! Spero che pubblicherete anche quello che vi ho già inviato.
Grazie mille!!