Parole dalla A alla I
A
ABBADARE: Il significato è prestare attenzione. “Abbadaci te al tu’ fratello”, Stai attento a tuo fratello.
ABBOCCANO: Il significato è comportarsi come i pesci, credere a qualcosa e rimanerci fregati. “I tu babbo abbocca a tutto”, tuo padre crede a tutto.
ABBOLLORE: Qualcosa molto caldo. “Soffia nini (vedere nini in fiorentino) l’è abbollore”, Soffia sul cibo per raffreddarlo che è molto caldo.
ABBORRACIATO: Una cosa fatta di malavoglia, fatta con pressappochismo e venuta male.
ABBOZZALA: Smettere di fare qualcosa. Invito a cambiare il proprio atteggiamento. “Abbozzala di spingere”, Smetti di spingere. “Oh che l’abbozzi””, la vuoi smettere? Probabilmente deriva dall’Arte dei Legnaioli che abbozzavano un legno intagliandolo, infatti si usa dire anche “Dacci un taglio.” che ha lo stesso significato.
ABBURATTARE: Setacciare la farina, separarla dalla crusca.
ABBRICCARE: Abbracciare forte il partner.
ACCHIAPPINO: La molletta per stendere il bucato ad asciugare oppure gioco per bambini che consiste nel rincorrersi per prendersi.
ACCICCIARSI: Farsi del male, “Tu ti sei accicciao di nulla”, ti sei fatto molto male.
ACCINCIGNARE: Spiegazzare, appallottolare, strofinare un tessuto provocando grinze. “Codesti pantaloni son tutti accincignati”, Hai i pantaloni pieni di grinze. Si usa anche Rincincignare con stesso senso.
ACCOMODARE: Riparare, aggiustare. “Ti riesce accomodarlo?”, Lo sai riparare? Classica la battuta “C’è Lapo mamma. Fallo accomodare! Perchè s’è rotto?”
ACQUAIO: In italiano chiamato comunemente lavello
ADAGIATO: Persona calma e tranquilla, lento nel fare le cose. “… e tu sei adagiato di nulla!”, … sei molto lento!
ADDIRIZZA: Rendere diritto qualcosa che è storto.
AFFRITTELLARE: E’ un verbo usato per indicare la frittura di un uovo. “Vai affrittella du’ ova”, Figgi due uova.
AGGEGGIARE: Si riferisce al cercare di fare senza sapere. “Finiscila d’aggeggiare “, smetti di fare, non sei capace.
AGGEGGIO: Un oggetto di non chiaro utilizzo, talvolta usato verso una persona per indicare uno che non serve a nulla. “Bho, l’era un aggeggio tondo”, era un oggetto tondo di cui non ho capito l’utilità. “Tu sei un’aggeggio”, sei una persona inutile.
AGHETTI: Lacci delle scarpe.
AIMMENO: Probabilmente storpiatura di almeno. “Aimméno ci fosse il sole…”, Almeno ci fosse il sole…
ALLAMPANATO: Una persona davvero molto magra “L’è secco allampana’o”, È davvero molto secco.
ALLUNGARE: Assume anche il significato di porgere, cioè passare un oggetto. “Allungami le paste.”, passami le pastasciutta.
AMBROGETTA: Mattonella di terracotta o marmo che riveste pavimento o pareti.
AMMASCARSI: Accorgersi di qualcosa che non torna, per esempio accorgersi per tempo di uno scherzo o di una truffa.
AMMODINO: Fare le cose fatte per bene. “Babbo, l’esco. Va bene fai le cose ammodino.”, Papà vado fuori. D’accordo fai le cose per bene.
ANDA-E-RIANDA: Anche se più parole usato come unica parola a significare andare e tornare di continuo. Un’azione ripetuta e ripetuta anche rispetto ad un lavoro meccanico o una tecnica da applicare sempre nella stessa maniera.
ANDITO: L’andito è il termine più usato dal fiorentino per indicare il corridoio.
APPICCICOTTARE: Incollare, unire, due cose senza troppa precisione.
APPUNTALAPISS: Oggetto per fare la punta alle matite o in fiorentino al lapisse, comunemente detto temperamatite o temperino.
APPUNTASSI: Significa prendere nota, scrivere un appunto per non dimenticarlo.
ARADIO: Storpiatura della parola radio.
ARIBORDA (ARIBORDAGNENE): Esclamazione usata quando un fatto o un discorso è ripetuto di nuvo per l’ennesima volta.
ARMEGGIARE: Toccare e muovere oggetti senza in realtà fare nulla
ARREGGERE: Reggere, tenere, “Arreggimi l’ambrogetta”, Tienimi la mattonella. “Arreggimi che cado”, tienimi che cado.
ARREGOLA: Evidentemente, secondo regola. “Arregola si fa cosi”, Evidentemente si fa cosi.
ARROTARE: A Firenze arrotare significa mettere sotto una persona con la macchina. “Ho arrotato un ciclista”, Ho investito un ciclista.
ASCAPPAEFUGGI: Fare una cosa molto di fretta.
ASSERPENTATO: Usato come rafforzativo. “L’è duro asserpentato.”, E’ molto duro.
ÀTAFFE: Usato al posto di A.T.A.F. “Che usi l’Àtaffe per ire in centro?” Usi L’A.T.A.F. per andare in centro?
ATTACCATO: Una persona tirchia. Attaccato si riferisce al fatto che non lascia le monete che ha in mano. “Manco i’ caffè t’hai pagato, ma tu se’ attaccato davvero!”, Neanche il caffè hai pagato, ma sei tirchio.
AUFO: Ottenuto gratis. Da leggere: A.U.F.O.
AVELLARE: Puzzare come un morto. “Madonna come t’avelli, che ti sei laato?, Accidenti come puzzi ma ti sei lavato? Vecchio soprannome usato dagli studenti, “avellascella”, unione di avello e ascella.
AZZANELLA: Lato dissestato di fianco alla strada. “L’è cascato perchè ha messo le ruote nell’azzanella”, è caduto perchè a messo le ruote sulla parte dissestata della strada.
B
BABBALEO: Deriva da babbeo ad indicare persona di poco intelletto. “oohh falla finita babbalèo”, smetti di fare lo stupido.
BABBO: Una delle parole fiorentine diventate famose in Italia, da sempre preferito allo squallido papà, “I’ mi’ babbo l’è un baciapile”, il mio babbo è un bacchettone.
BACIAPILE: Indicato come persona sempre in accordo con la chiesa, ma assume un senso negativo una estremizzazione del bacchettone (vedi sotto), “L’è un baciapile di nulla”, è sempre dalla parte della chiesa.
BACCANO: Fare confusione.
BACCELLO: Il baccello è quello che l’Italia chiama Fava, che invece a Firenze assume altro significato, come vedremo. “Facciamo una merenda con baccelli e pecorino”, serviamo una merenda fave e pecorino.
BACCHETTONE: Persone casa-e-chiesa.
BACCHIOLO: Bastone molto grosso e nodoso, spesso usato come arma da qui bacchiolare; talvolta assume una connotazione sessuale riferita all’organo sessuale maschile.
BACCHIÒLARE: Iteso nel senso di bastonare con un BACCHIÒLO.
BADA: Assume il significato di stai attento. Usato con tono minaccioso può significare un “stai attento che mi arrabbio”. “Bada ar gatto!”, stai attento al gatto! “Bada nini che le prendi!”, stai attento che ti picchio. Il bada si combina poi con varie combinazioni (vedi sotto).
BADAHOME: Guarda come. Utilizzato sia per indicare come si fa correttamente qualcosa sia in senso dispregiativo per indicare qualcuno che o è vestito male o assume comportamenti strani, “Badahome gli’a quei ‘apelli”, guarda come porta i capelli. “Badahome tu devi fa’”, guarda come devi fare.
BADALUI/LEI: Guardalo/la inteso in senso ironico o come presa in giro. “Badalei come la se’ vestita”, guardala che vestito si è messa.
BADARE: Stare attento a. “Badami i’ latte che vo di lae”, guardami il latte che vado nell’altra stanza.
BAGORDI: Festeggiare esagerando con alcool e stupidaggini. “Stasera s’organizza i bagordi”, Stasera organizziamo una festa.
BAHATO: Riferito a qualcosa di danneggiato da un verme o similari. “T’hai un dente bahato”, hai un dente cariato oppure “Codesta pera l’è bahata.”, quella pera è danneggiata da un baco.
BAILAME: Parola usata in alternativa a “casino” per indicare molta confusione. Sembra derivi dalla parola turca bairam che significa festa rumorosa. “…ma che bailame vu’ fate?!”, quanta confusione fate?!
BALOGIO: Si indica come balogio qualcuno che è fiacco, sottotono, di aspetto mesto. Per esempio una persona appare balogia durante l’influenza o un forte raffreddore, prostrato dalla malattia, oppure si può avere un aspetto balogio quando si ha gravi pensieri da risolvere.
BARROCCIO: Carretto per trasporto e vendita merci. Sono considerati barrocci quelli di San Lorenzo.
BARROCCINO: Stessa cosa di quello sopra ma di dimensioni più contenute, da leggere Lachera.
BECCARE: Prendere qualcosa…. nel senso di una persona, una malattia, un mezzo di trasporto o ancora sinonimo di imbroccare. “Ho becca’o i’ morbillo”, ho preso il morbillo! “T’ho becca’o”, ti ho sorpreso. “‘ndiamo in centro a beccare le ragazze?” andiamo in centro a cercare delle ragazze? “Ci si becca!” (oggi accorciato in cisi), Ci si vede in giro quando capita!
BECCHETTASSI: Litigare, discutere, derivato dal beccarsi fra volatili. “Ti di’o che si son becchettati fra loro!”, Ti confermo che hanno litigato fra loro.
BECERO: Persona volgare nel parlare, urla e dice parolacca. “E gl’è un bécero di nulla”, è una persona rozza.
BELLIHO: Ombellico.
BELLINO: Preceduto dall’esclamazione “Oh” quindi “Oh bellinooo…”, viene usato per una persona che ci ha stancando per via del suo atteggiamento o per i sui sproloqui.
BELLOCCIO: Questo termine, a differenza che fuori Toscana, non è dispregiativo, anzi, indica una persona di discreta bellezza. “Oh come l’è belloccio i’ su’ figliolo”, suo figlio è proprio bello.
BEGHINA: Donna che frequenta assiduamente la chiesa.
BERCIARE: Sinonimo di urlare.
BIANCONE: “I’ Biancone” è il nome che i fiorentini hanno dato alla statua di Nettuno in Piazza della Signoria.
BIASCICARE: Masticare a bocca aperta con un classico rumore fastidioso. “Oh abbozzala di biasci’are”, mangia a bocca chiusa.
BIGONCIOLO: Dice Google: “Nel gergo teatrale, la cassa di legno nella quale, attraverso una stretta apertura praticata nel coperchio, l’addetto all’ingresso depone una metà del biglietto presentato dallo spettatore.” Ovviamente nel fiorentino parlato è diventato un “contenitore di discreta dimensione”
BIRBONE: Riferito ad un bambino o ragazzino che si comporta male, oppure ad un evento atmosferico piuttosto intenso. “Tu se’ proprio un birbone”, sei proprio cattivo. “Oggi il sole l’è birbone”, oggi il sole picchia molto.
BISCHERO: Riferito ad una persona che fa qualcosa di poco furbo o addirittura stupido. Spesso usato quasi ludicamente e quindi considerato relativamente offensivo. Può essere riferito ad un’azione indicandone la natura poco intelligente con il termine BISCHERATA. Il termine deriva dalla famiglia fiorentina Bischeri. Da leggere questo articolo. Bischero, in quanti detti fiorentini è presente?
BLU-GINSI: Storpiatura dei pantaloni blue-jeans, Talvolta usato anche bru-ginsi.
BLUSOTTO: Indica il giubbotto.
BOCCALONE/A: Usato in due casi diversi. Il primo è per indicare una/o pettegola/o, quindi uno che parla alle spalle di altri e nel secondo caso usato per indicare una persona che parla di continuo senza dire niente di interessante.
BOCCATA: Per boccata si intende un colpo preso, in una caduta o sbattendo su un oggetto, in piena bocca. Nel gergo si è poi esteso ad ogni forma di caduta o per ogni capocciata data.
BOCCIA: Sinonimo di Bottiglia, “Bere a boccia un’è eduhato” bere a bottiglia non è educato.
BOCCIARE: A Firenze usato per indicare un ragazzo che non è stato promosso a scuola. Altro termine frequente è segare. “Che t’hanno boccia’o ancora?, Non sei stato promosso nemmeno quest’anno?
BOCIARE: Persona che alza molto il volume della voce. Classico dei venditori al mercato. “Bocia che un ti sentano!” Alza la voce che non ti sentano.
BOLLORE: Quando fa o è molto caldo, “L’è un gran bollore e siamo a giugno”, Oggi fa veramente molto caldo per essere giugno. Vedere anche “Abbollore”.
BOLOGNA: Indica la mortadella ovviamente senza pistacchi.
BONA: Abbreviazione di buonasera, buonanotte, indica andarsene. “Bona raga”, ciao ragazzi.
BONGO: Sinonimo di Profiterole, a volte viene detto Bingo Bongo o ancora più volgarmente palle di ciuco.
BORRACCINA: Indica il muschio presente su alberi e sassi.
BOTOLO: Si indicano così le persone basse e grasse, se si vuol prevaricare l’ignoranza e abbinarla al cattivo gusto si può aggiungere “di merda”.
BOTTEGA: Usato classicamente per indicare un negozio, ultimamente usato anche per indicare vado a lavorare. Altro uso è per indicare la cerniera dei pantaloni: “T’hai la bottega aperta”, chiudi la cerniera dei pantaloni.
BRACARE: Non farsi i fatti propri e andare a cercare informazioni sugli altri.
BRINDELLONE: Per il significato di brindellone si rimanda all’articolo: I’ brindellone.
BRUCIATA: E’ il nome fiorentino della Caldarrosta.
BRUHAPELO: Indica una lesbica.
BUBARE: Parlare sottovoce con tono di disapprovazione e spesso talmente sottovoce da non comprendere il senso. “Oh icché tu bubi, abbozzala!”, che cosa mormori, smettila!
BUBBOLA: Indica avere freddo. “Oggi si bubbola.”, oggi fa molto freddo.
BUCCOLE: Usato a Firenze per indicare lgli orecchini. “Te le se’ messe le buccole?”, hai indossato gli orecchini?
BUHAIOLA: Riferito ad una donna considerata una “donna di facili costumi”, sinonimo di maiala. Si suggerisce di leggere il seguente articolo: Buhaioli offesa o tradizione, scegliete voi.
BUHAIOLO: L’etimiologia di questa parola è controversa, si suggerisce di leggere il seguente articolo: Buhaioli offesa o tradizione, scegliete voi.
BUHARE: Pungere. “Attento tu ti bhui co’ pruni!”, attento ti pungi con le spine!
BUHO: Omosessuale. da vedere un estratto del film “Il ciclone”
BULLETTA: Chiodo.
BUSCANNE: Prendere le botte, “N’ha buscate di santa ragione”, Ha preso proprio tante botte.
BUZZA: La pancia.
BUZZIHONA/E: Riferito ad una persona grassa e con passo o modi pesanti. “Guarda che buzzihone quello!”, guarda come è sgraziato.
BUZZONA/E: Riferito a persona molto grassa specie sulla pancia. “Ehhh, l’è un buzzone di nulla”, Accidenti che pancia che ha.
C
C’È: Utilizzato sempre al posto di ci sono. “C’è quelli della sippe”, ci sono gli operai del telefono.
CACIO: Formaggio, “Ce l’hai messo i’ccacio”, hai messo il formaggio.
CAHARE: Usato al posto di considerare, porre attenzione. “Allora vuoi Caharmi o no?”, Mi ascolti o no?o riferito ad una persona, “Non mi cahha nemmen per sbaglio!”, non mi considera nemmeno per errore.
CALOSCE: Stivaletti di gomma impermeabili, “L’ha messe le calosce sennò tutti molli i piedi”, Hai messo gli stivali di gomma altrimenti ti bagni i piedi. Vedi anche “Sciantillì”.
CALZONI: Sono i pantaloni. Spesso usato anche “Carzoni”.
CAMPO: Sinonimo di orto, “L’è ni campo a pianta’ le cipolle”, È nell’orto a piantare le cipolle.
CANNA: Non si riferisce ad una sigaretta particolare, ma indica il tubo per innaffiare presente in orti e giardini. “Ciò sete! Attaccati alla canna!”, ho sete! Bevi dal tubo per annaffiare.
CANNELLA: La parola non si riferisce alla spezia, ma significa letteralmente rubinetto dell’acqua.
CANTILENA: A differenza che in italiano in tesa come un canto a bassa voce di solito assimilabile ad una preghiera sommessa in fiorentino la si usa per indicare qualcuno che parla senza capirne le parole e in maniera ripetitiva e noiosa.
CANTONATA: In italiano usata per indicare l’angolo esterno di un edificio in fiorentino è usata anche per indicare uno sbaglio eclatante. “L’ha preso una cantonata di nulla”, ha commesso uno sbaglio grave.
CARCAGNO: Storpiatura di calcagno, cioè il Tallone.
CARCINCULO: Si intende la giostra con i seggiolini metallici sospesi mediante catene che ruota su se stessa.
CASCARE: Sinonimo di cadere, “l’è cascato come una pera”, è caduto come una pera dall’albero.
CATAFARCO: In italiano è sostegno coperto di drappi neri usato per sostenere la bara. In fiorentino viene usato per indicare un oggetto, che ricordandone la fattura, viene additato in maniera dispregiativa. “S’è comprato un armadio che sembra un catafarco”, ha comprato un armadio davvero brutto.
CARIELLO: Il tappo che chiudeva il buco del gabinetto chiamato licite (vedi alla L).
CAZZEGGIARE: Passare il giorno senza fare niente di buono, senza fare, appunto, un cazzo. ” raazzi si va a Booli a cazzeggiare?”, ragazzi andiamo a Boboli a non far niente.
CECCOTOCCAMI: Riferito a una persona che fa piccoli dispettucci con l’intento di provocare una reazione, spesso situazione accompagnata dalla complicita del “toccato”. Famosa la battuta “Mamma Cecco mi tocca!!! Cecco, toccami, la mamma un vede!”.
CENCIO: Parola che sostituisce straccio. Può essere usato per indicare lo straccio per pulire il pavimento oppure come cencino per indicare il panno per spolverare. A Firenze il cencio è inoltre un dolce tipico fatto con pasta tirata, fritta e poi spolverata con lo zucchero a velo. Si parla dei cenci in questo articolo: La boccaccia dei fiorentini, uno su tutti il Lachera.
CEPPO: L’albero di Natale fiorentino, da leggere: Firenze: Albero di Natale o Ceppo Fiorentino?
CHIORBA: Intaeso come testa. “Che chiorba dura che t’hai!”, hai la testa dura.
CHIORBONE: Persona che presenta una grossa testa in termini fisici, ma usato anche per indicare chi è molto testardo.
CHISSENE: Contrazione di fregatene (vedi dopo)
CIABATTONE: Riferito ad una persona che non ha mai voglia di far niente e quando fa qualcosa la fa controvoglia e grossolanamente, spesso anche di aspetto trasandato.
CIACCIONE: Indica una persona che va a frugare a cercare fra cose non sue, oppure si intromette in discorsi che non gli appartengono.
CIANA/E: Per ciana si intende un pettegolezzo. Si riferisce alle classiche massaie che parlano o meglio sparlano di qualcuno. Si usa infatti il termine cianare per indicare spettegolare.
CIANCE: Le ciance invece sono chiacchere fra persone rispetto ad argomenti futili, o di “compagnia”.
CIANCICARE: La cattiva abitudine di tocchicchiare durante una conversazione” “OOhh che la smetti di ciancicarmi!”, smetti di toccarmi in continuazione!
CIANTELLA: Intende una vecchia scarpa o una vecchia ciabatta.
CICALA: A firenze è riferito all’organo genitale femminile e di conseguenza usato per indicare anche una bella ragazza. “‘ha’ visto che cicala quella!?, hai visto che bella ragazza quella!?
CICCA o CICCHINO: A Firenze la cicca è la sigaretta, mentre nel resto d’Italia è la gomma da masticare. Spesso usato il termine cicchino.
CICCIA: La ciccia a Firenze indica la carne.
CIFRA: Si intende l’equivalente di tanto, molto. “Quella cicala mi garba una cifra”, quella ragazza mi mi piace moltissimo!
CIGNA: Sinonimo di cintura ma più riferito all’uso antico di servirsi di una corda per tenere su i pantaloni. Usato anche “Cintola”.
CIGNALE: Equivalente di cinghiale.
CIGNAHA o anche CIGNATA: In origine il termine deriva dall’uso della cigna, la cintura, come mezzo per picchiare, quindi cignaha è inteso come colpo con la cigna. Adesso è generalizzato ad aver preso un grosso colpo. “Ha tira’o una cignata di nulla”, ha battuto un colpo molto forte.
CINCI: Organo genitale maschile.
CINCINNINO: Unità di misura fiorentina per indicare una piccolissima quantità. “S’è allungato ma proprio un cincinino!”, è cresciuto ma molto poco!
CINGOMMA: Riferito alla parola inglese chewing gum opportunamente storpiata, usato anche ciringomma.
CINCISCHIARE: Perdere tempo senza fare nulla.
CINTA: Equivalente di cintura, usato anche cigna o cintola.
CINTOLA: Forzatura per “cintura”. Anche “Cigna” e “Cinta”.
CIOCCE: Indica il seno di una donna.
CIOTOLA: Indica il piatto usato per mettere l’acqua per gli animali.
CIRINGOMMA: Vedi sopra CINGOMMA.
CIRUSCO: Indica una persona che ci vede poco, miope.
CIULARE: Equivalente di rubare. “Ho ciulato le cicche al barre”, ho rubato le sigarette al bar.
COCCIOLA: Il gonfiore caratteristico di una puntura d’insetto o di un contatto con una pianta urticante.
COCCOLI: Pasta fritta a forma di pallina. Vedi articolo: “Le friggitorie fiorentine sono un ricordo. I McDonald e i kebabbari il futuro!“.
COCOMERO: Anguria.
CODESTO: Indica un oggetto vicino a chi ascolta, spesso accompagnato dal gesto di indicare con il dito.
COHO: Cuoco, “Indó l’è i coho?”, dov’è il cuoco? Da questo il celebre sottocoho del film “Amici Miei“
COLLASSARE: Una persona che si accascia e rimane fermo a terra, “L’è collassato”, si è accasciato. In alternativa per indicare uno stato di spossatezza,”Mi butto sur letto e collasso”.
COLTELLA: Rappresenta il coltello da cucina, detta anche Cortella.
COMPA: Abbreviazione per compagnia. “Qui gli entrano solo i compa”, qua entrano solo quelli della compagnia.
COMPANATICO: Quello con cui si farcisce il pane.
CONCIASSI: Indica uno stato deprecabile dell’astante o perchè si è vestito male o perchè si è sporcato o ferito. “O come tu ti sei conciao!”, come ti sei combinato? oppure come hai fatto a sporcarti cosi? o ancora come ti sei fatto quelle ferite?
CONIGLIOLO: Coniglio.
COPPE: Storpiatura di Coop, la catena di supermercati, “In do’ li sta la còppe qua?”, dov’è la coop qua.
CORTE: Cortile chiuso da quattro mura.
COSO: Riferito ad una persona o un oggetto di cui non si conosce il nome o l’uso oppure riferito ad una persona per sminuirla. In alternativa usato anche “Aggeggio”.
COSTOLONE: Una persona grande e grossa ma di struttura possente, non grasso, robusto. L’immagine classica dello sgomberatore.
COTTO: Per indicare uno stato di grave stanchezza. “E son’ cotto”, sono stanchissimo.
CROSTINO: Usato in tutta Italia per indicare un antipasto costituito da una fetta di pane con sopra un sugo o un ingrediente di varia natura, si consiglia la lettura dell’articolo: https://www.florencecity.it/crostini-toscani-o-crostini-di-fegatini/ . Nel gergo fiorentino usato per indicare una persona insopportabile e noiosa. “Tu se’ proprio un crostino”, sei proprio insopportabile.
CUPOLONE: Indica in maniera inequivocabile la cupola del Brunelleschi del Duomo di Firenze.
CUTTELLA/O: Coltello.
D
DAMO/A: Fidanzato/a.
DESINARE: Corrisponde al pasto principale della giornata, di solito a mezzogiorno. “Dopo desinare”, dopo pranzo.
DESTASSI: Voce del verbo svegliarsi, “Che dormi o tu se’ desto?”, dormi o sei sveglio?
DIÀCCIATI: Usato per indicare una o più persone rimaste impietrite davanti ad un’affermazione o un fatto, oppure usato per per dire a qualcuno di stare più calmo. “Oh che ti diacci un pohino”, vuoi stare un po’ tranquillo.
DIACCIO: Ghiaccio.
DIACERE: Dormire. “Va’ a diacere”, vai a letto.
DIAMINE: Una parola estremamente, usata come esclamazione: “Diamine! O quanto pesa ‘sto sacco?” o come risposta affermativa: “Posso venire al cinema? – Diamine!” o ancora come sostantivo: “Che diamine stai dicendo?”
DIANZI: Indica un avvenimento che si è verificato poco prima. “Son’ caduto dianzi”, sono caduto poco fa.
DINDI/DINDINI: Soldi. “L’hai portati i dindi?”, l’hai porti i soldi?
DIOSPERO: Indica il caco.
DITI: Plurale di dito, “Togliti i diti da’ i’ naso”, non ti mettere le dita nel naso.
DODDO: Si usa per indicare una persona un po’ lenta, il cui pensiero è sempre in ritardo rispetto agli altri. Da questo deriva Doddolone. “‘A’ hapito o sei doddorellone?, Hai capito o sei lento!
DOMANLATTRO: Usato al posto di dopodomani.
DOMO: Indica il Duomo, usato anche per comporre un’offesa non troppo volgare e cioè “vaffandomo!” oppure “vai in domo”.
E
EDDI’E: Esclamazione che asserisce, conferma o anche minimizza. Ma che ti piace i’ lampredotto? Eddìe no!
ELLERA: Pianta dell’Edera.
EMPIRE: Sininimo di riempire, “Empi i secchio”, riempi il secchio.
ESSERE: Il verbo essere viene storpiato regolarmente nella parlata fiorentina. Dire: “Chi tu sei te?” oppure “Chi gl’è lui? o ancora “Loro gl’enno a desinare”.
F
FARE: Anche il verbo fare è storpiato adeguatamente. Classico “Io fo presto” o ancora “i che me ne fo di codesto lapisse”.
FARFALLONE: Il farfallone è un noto donnaiolo che non perde occasione perte infastidire una donna.
FAVA: Oltre che indicare in termini volgare l’organo genitale maschile si usa anche come offesa più o meno bonaria per indicare una persona non proprio intelligente. “Ma che s’e fava?”, Ma sei stupido?
FETTUNTA: Si tratta di una fetta di pane abbrustolita, strofinata con l’aglio e poi cosparsa d’olio nuovo e sale. In origine usata nel contado fiorentino adesso conosciuta in tutta Italia. “S’ha a fa’ una fettunta?”.
FIACCO: Termine usato per indicare stanchezza, sinonimo anche di stracco, “Ciò una fiacca addosso!, non ce la faccio più.
FIASCO: Bottiglia di vetro con collo stretto che si allarga in maniera panciuta, normalmente rivestito di paglia (impagliatura) intrecciata alla base per formare un appoggio. Usato per infiascare il vino Chianti, oggi caduto in disuso ma ancora reperibile in termini turistico tradizionali.
FIGURATI: Usata per sottolineare con stupore un fatto o un racconto. “oh nini, lo sai che ho perso le chiavi?! Figurati, o come tu fai adesso!”.
FIHOSO: Si tratta di una persona o schizzinosa oppure, specie nei bambini, di persona che non fa qualcosa. “Gnamo, non fare i fi’oso, mangia”, andiamo, non fare tante storie e mangia.
FITTUME o FITTUMAIO: Per indicare una grande assembramento di persone o oggetti. “oh che fittume c’era ai cine ieri?”, Quanta gente era al cinema ieri.
FOGATO: Qualcuno estremamente coinvolto in qualcosa e che ne parla con trasporto ed eccitazione. Per esempio in caso di tifo sportivo o per la politica. “Tu se’ foga’o pe’ la Fiorentina”, stravedi per la Fiorentina.
FOHO: Fuoco.
FORA: Fuori, “Indo l’è la zia? L’è fora”, Dov’è la zia? È fuori.
FORCA: Marinare la scuola. “Facciamo forca che si va a Boboli!”, mariniamo la scuola ed andiamo al giardino di Boboli.
FORMICOLA: Formica.
FRAZIO: Puzzo, cattivo odore.
FREGASSENE: Inteso come non dare importanza a qualcosa. “Chi se ne frega!”, chi se ne importa! talvolta abbreviato in chissene.
FRIGNOLO: Indica il foruncolo, infezione cutanea con pus.
FRINZELLO: Pieghe (spiegazzature) sulla stoffa che riducono male un capo abbigliamento, “Codesto gorfe l’è tutt’un frinzello”, quel golf è tutto una piega.
FRUFFRÙ: Usato sia per indicare i biscotti multicialda o Wafer, sia per indicare un omosessuale con atteggiamenti particolarmente femminili, “Quello lì gl’è un po’ fruffrù”, quello lì è omosessuale.
FRULLARE: Assume un significato similare al significato italiano e cioè di girare, inteso come verbo girare, ma applicato a situazioni diverse. Ad esempio: “Guarda ‘ome frulla quella rota”, Guarda come gira quella ruota, o ancora “Vai nini frulla da un’altra parte”, vai a fare un giro altrove.
FUMINO: A Firenze lo si dice di una persona che si arrabbia per nulla.
FURIA: Sinonimo di fretta, “Via, o che ti m’o’i c’ho furia”, si sbrighi perché ho molta fretta.
G
GAGÀ: Usato in senso ironico per indicare un’eleganza ostentata, “L’è proprio un gagà”, E’ davvero un elegantone.
GAGGIO: A Firenze il gaggio è il tonto. In particolare il tonto che si fa fregare al gioco.
GALOSCE: Stivaletti di gomma, “L’hai comprate le galosce?”, hai comprato gli stivali di gomma? Usato anche il termine “Calosce” o ancora “Sciantillì”.
GANO: Gano era un noto personaggio di una famosa trasmissione radiofonica, Il Grillo Canterino. Il personaggio era, appunto, Gano, il duro di San Frediano, uno spaccone forte con i deboli, ma debole con i forti. Ritroviamo questo personaggio nell’articolo: I personaggi del Grillo Canterino. Oggi la parola Gano è appunto usata per indicare uno spaccone, un bullo. “ooohh un fare i gano!”, Non comportarti da bullo!
GANZO: Usato sia per indicare qualcosa di eccezionale e/o sorprendente, sia per indicare l’amante della moglie o del marito. Da leggere l’articolo: Ganzo.
GARBARE: Sinonimo di piacere, “Ummi garba pe’ nulla”, non mi piace proprio.
GARBO: Comportamento gentile, gradevole, cordiale, cortese ed elegante, da leggere: Fare una cosa a garbo.
GASATO: Persona che si crede meglio degli altri, che crede di essere migliore.
GATTONI: “Andare a gattoni” significa che si cammina sui quattro arti, tipico dei bambini. Usato anche per indicare la parotite per il fatto che gonfia l’area al davanti dell’orecchio.
GENIO: Per ogni fiorentino che si rispetti la parola genio ha una sola definizione. “Che cosa è il genio? E’ fantasia, intuizione, decisione e velocità di esecuzione” cit: Amici Miei Atto I
GESTRINO: Atto smorfioso, smanceria, spesso insincera. Per esempio: “Bellino questo bambino, o come l’è bellino, cucicucicuci…” , “Oh abbozzala di fare tutti ‘sti gestrini ai figliolo!”.
GINGILLASSI: Perdere tempo. “Icché tu ti gingilli? O che ti mo’i!”, Che cosa stai a perdere tempo? Muoviti!
GINGILLONE: Colui perde tempo trastullandosi ed è lento nel fare le cose.
GIOVASSENE: Riferito di solito all’uso promiscuo di oggetti o cibi. “Un mi giovo di mangia’ ni su’ piatto”, mi fa un ribrezzo mangiare nel suo piatto.
GIRATA: Una passeggiata o una gita, “Si fa una girata fuori porta?”, facciamo una gita fuori Firenze?
GIRATINA: La stessa cosa di girata, ma di modesta entità, breve, quattro passi.
GISLONGHE: Storpiatura della parola francese chaise-longue che significa sedia a sdraio.
GIUEEEEE!: Esclamazione di stupore che diventa tale solo estendendo lungamente la E.
‘GNAMO: Significa andiamo e deriva da una contrazione della parola stessa.
GNAOLARE: Il miagolare dei gatti.
GNEGNERO: Inteso come cervello. Ingegno, buon giudizio, capacità di ragionamento. “Un tu c’hai punto gnégnero!”, non capisci nulla.
GOCCIOLA: Goccia di piccole dimensioni. “Chiudi la cannella sennò e gócciola”, chiudi bene il rubinetto altrimenti gocciola.
GORA: Rappresenta una macchia di umidità, può essere riferito ad un muro, ma anche ad altre macchie come per esempio il sudore su una camicia. “T’hai du’ gore sott’ i bracci!”, hai macchie di sudore sotto le braccia.
GORFE: Indica il maglione di lana, storpiatura della parola Golf.
GOTA: Guancia.
GOVERNARE: Riferito ad accudire gli animali, “Vo’ a governa’ i coniglioli”, vado a dare da mangiare ai conigli.
GRAGNOLA: Indica la moltitudine di qualcosa, in senso lato la grandine, ma può essere riferita alla rosa di pallini fatta da un fucile da caccia o ancora ad una serie di pugni, tanti e veloci. “l’ha preso una gragnola di pugni di nulla”, E’ stato colpito con i pugni ripetutamente.
GRANATA: Parola utilizzata per indicare la scopa per spazzare per terra, uso diverso rispetto alla parola italiana che indica una bomba a mano. Deriva dal fatto che un tempo le granate erano realizzate con li steli del grano.
GRANOCCHIO: Rana, ranocchio.
GRÀTISSE: Storpiatura della parola gratis.
GRATTAMURI: Persona trasandata che perde la giornata stando appoggiata ad un muro a non far nulla.
GRATTARE: Sinonimo di rubare
GREMBIO: Indica il grembiule da cucina o usato per la scuola in tempi passati.
GREZZO: In italiano indica qualcosa di poco puro, in fiorentino indica una persona poco avvezza alle buone maniere o addirittura trasandato nel vestire o nel parlare.
GROPPONE: Indica la schiena, “addirizza quel groppone”, raddrizza la schiena.
GUAZZA: La parola può essere usata per indicare il fango presente sulla strada dopo che ha piovuto oppure per indicare qualcosa che doveva essere asciutto ed appare tutto bagnato a causa della condensa.
I
IGNUDO: Privo di vestiti.
IMBROCCARE: Fare centro, nel linguaggio odierno indica la conquista amorosa. Vedi articolo linkato.
IMMEZZO: Indica un mezzo per spostarsi tipo la moto o la macchina, “Che ce l’hai immezzo?”, hai la macchina?
IMPAGLIATO: Classico fisco da un litro e mezzo dalla caratteristica forma a goccia. Oggigiorno, purtroppo, quasi introvabile. Vedere “Fiasco”.
IMPAPPINASSI: Perdere il filo del discorso o dell’azzione in atto.
IMPAZZARE: Sinonimo di impazzire, usato spesso per indicar una propria condizione di difficoltà. “Quel bischero mi fa impazzare con le su ciance”, quello sciocco mi fa ammattire con le sue chiacchere.
IMPELAGASSI: Impegnarsi o intromettersi senza via d’uscita e per non ottenere niente in cambio. “Eh tu ti impelaghi sempre nei casotti degli altri.”, rimani coinvolto sempre nelle disgrazie degli altri.
IMPIANTITO: Pavimento della casa.
IMPIASTRO: In italiano indica un preparato medicamentoso per uso esterno spesso appiccicoso, in fiorentino in dica una persona appiccicosa che non ti togli più di torno, noioso, appiccicoso e fastidioso.
INCIGNARE: Il primo taglio che si pratica su un alimento nuovo da avviare. Una forma di formaggio, un prosciutto. “Incigna i’ prosciutto”, avvia la preparazione del prosciutto.
INCOCCIASSI: Arrabbiarsi, innervosirsi. “Non mi fare incocciare, vai a desinare”, non mi fare arrabbiare, vai a pranzo.
INFIASCARE: Significa imbottigliare il vino. Dato che in toscana si usava il fiasco da un litro e mezzo e che era circondato da fieno si usa il termine infiascare.
INGRULLIRE: Diventare grullo, impazzare per fare qualcosa. “Pe’ tro’a’ quel martello s’è ‘ngrulli’o du’ giorni!”, per trovare quel martello ci siamo affannati per due giorni.
INTORTARE: Consiste nel confondere una persona con i discorsi per fargli fare qualcosa che se no non farebbe.
IRE: Significa andare. “Sa’ ire o no?”, si va o no?
ISCHERZO: Come dire “io scherzo”.
IUSTIS: Storpiatura della parola tedesca würstel.
L
LABBRATA: Un colpo dato con il rovescio della mano sul labbro. ” m’ha dato una labbrata di nulla.”, mi ha dato uno schiaffo sul labbro.
LAMPREDOTTAIO: Venditore di lampredotto.
LÀPISSE: Lapis, parola storpiata sinonimo di matita. Da questa anche la parola appuntalàpisse.
LARDERELLO: Ciccia che esce dai pantaloni, giusto sopra la cintura detta anche maniglie dell’amore.
LASTUCCIO: Significa astuccio. Fusione fra articolo e sostantivo. “Ho comprato il lastuccio nuovo”, ho acquistato un astuccio nuovo.
LECCA: Aver preso un colpo, cadendo o da parte di una persona. “Ti do una lecca che t’accorcio”, ti do una botta che ti abbasso.
LETIHARE: Litigare. Quando due persone discutono a voce alta con rischio di arrivare alle mani. “Gl’anno fatto una letihata di nulla!”, hanno litigato molto duramente.
LE’ASSI: Alzarsi dal letto oppure allontanarsi dal posto. “Sarebbe ora ti le’assi dal letto son le dieci”, sarebbe ora ti alzassi sono le 10. “Sarà bene le’assi di qui.”, Allontaniamoci da qui.
LEZZO: Indica una persona poco pulita. “Oh che lezzo tu sei, cambiati la camicia!”, hai la camicia sporca, cambiala.
LICITE: Bagno contadino costituito da buca e coperchio.
LUPINO: Callo al piede a forma di lupino.
M
MACELLARO: Macellaio. L’aggiunta di una D trasforma la parola in MacellaDro indicando che si comporta da ladro nel pesare la carne.
MACELLO: Usato per indicare confusione disordine, ecc.
MALESTRI: Tenere un cattivo comportamento. “Se tuffai i malestri tunne tocchi!”, Se ti comporti male le prendi.
MAMMA: Usato sempre in sostituzione di Madre. “La mi’ mamma tu la lasci stare!”, la mia mamma non la nominare.
MAN’A’RO’ÈSCIO: Significa dare uno schiaffo con il dorso della mano.
MANE: Plurale di mano, “”Mi prede le mane”, mi prudono le mani, inteso come ho voglia di menarti.
MANFANO: Una persona che si muove pesantemente senza attenzione agli oggetti e alle persone intorno. “A guidare tu sei un manfano”, guidi senza rispetto.
MANIERA: Modo di comportarsi. “Mamma mia che maniere!”, Accidenti come sei maleducato. Non solo usato in maniera dispregiativa ma anche di apprezzamento.
MARMATO: Si intende che un oggetto è particolrmente freddo, come il marmo. “… te la portai da’i ‘vivoli a prendere un gelato la mi disse l’e’ marmato la mi fece scompari…”, citazione di Teresina di Marasco.
MEDESIMO: Per indicare la stessa cosa o persona. “L’è la medesima ‘osa.”, è la stessa cosa.
MELE: Indicano le natiche. Quindi assieme il sedere o il culo.
MELEGGIARE: Prendere per le mele ossia prendere prendere in giro o più volgarmente per il culo!
MENASSELA: Usato per indicare un comportamento borioso, una persona che parla boriosamente. “Certo come se la mena quella…”, quando parla quella è proprio boriosa. Usato anche per indicare un eccesso di scrupoli o di pensieri. “Non te la menare!”, Smettila di pensarci. In ultima analisi usata anche per indicare volgarmente la masturbazione femminile. “Menatela da sola allora!”, fai sesso per conto tuo!
MERDAIOLO: In origine usato per indicare coloro deputati alla vuotatura dei pozzi neri, in seguito usato come dispregiativo per offendere una persona approfittatrice. “L’ha bevuto tutto lui i’ vino, quel merdaiolo”, il vino l’ha bevuto solo lui approfittandosi.
MERENDA: Non è un termine prettamente fiorentino, ma è diventato famoso per i fatti legati ai “compagni di merende. Da leggere l’articolo “Mostro di Firenze, un caso mai chiuso“.
MERENDONE: una persona grande e grossa, decisamente in sovrappeso o letteralmente obesa. Il senso è di uno che da la sensazione di essere perennemente a fare merende, quindi è uno lento nei movimenti ma anche nel cervello.
MIDOLLA: Sinonimo di mollica di pane, probabilmente deriva dal concetto di midollo dell’osso mimando la parte interna del pane.
MIMMO/A: Bambino/a in età di lattante o poco più. “Abbozala di bociare che i’ mimmo dorme”, smetti di urlare che il bambino dorme.
MINA: Inteso nel senso di essere caduto. “l’ha battuto una mina di perridere!”, ha battuto una botta molto forte.
MOCCOLARE: Deriva da smoccolare, cioè rimuovere gli eccessi di cera da una candela, un moccolo. Sottraendo la S diventa sinonimo di bestemmiare.
MOLLASSI: Sinonimo di bagnarsi, “Bisogna esse grulli pe’ mollassi in quella maniera.”, E’ da stupidi bagnarsi cosi tanto. Un secondo uso è per indicare di non lasciare sola una persona oppure perdere la presa. “Non mi mollare che ‘asco!”, non mi lasciare che cado!
MOMMO: Indica l’acqua nel linguaggio dei bambini, nel fiorentino è usato anche per indicare l’uso eccessivo del bere. “Ti piace il mommo ehhh?!”, ti piace bere ehh!?
MORTESECCA: Usato dai fiorentini per indicare i cartelli di pericolo dove è presente il teschio con le ossa incrociate. A volte usato per indicare persone particolarmente magre. “L’ha visto Lapo, pare una mortesecca!”, hai visto come è magro Lapo!
MOTA: Usato al posto di fango.
MUGGHIARE: In origine riferito al brontolare dello stomaco a causa della fame, oggi usato rispetto alle persone che brontolano sottovoce.
MURICCIÒLO: Il muricciòlo è un piccolo muro adatto a sedersi dove spesso si aggregano più persone per far quattro chiacchere.
N
NÀCCHERO: Usato sovente per indicare una persona che fa il furbo, oppure usato per richiamare l’attenzione di qualcuno. “Oh nàcchero, ma chi tu credi di piglia’ pe’ i’ culo!”, Oh furbetto non crederai di prendermi in giro.
NAPPA: Usato al posto di naso, soprattutto per indicare forme o dimensioni fuori dal comune. “L’ha una nappa che pare un quarto d’agnello”, Ha un naso così grosso che sembra un quarto di agnello.
NINI: Vezzeggiativo rivolto a bambini. “I’che ti sei fatto la bua nini?”, ti sei fatto male? Talvolta usato verso gli adulti per evidenziare lo stato di inferiorità dell’interlocutore. “Oh nini tu mai bell’divertito, abbozzala!”, oh bimbo, mi hai stancato, smettila!
NIVVÌSO: Letteralmente, nel viso, “Oh un gni metto le mani nivviso!”, gli do due schiaffi.
NOCCHINO: Consiste nel dare una botta in testa con il pugno chiuso utilizzando le nocche.
NOIA: Usato anche per indicare fastidio, “Quando parla è noiosa”, quando parla è fastidiosa.
NOSTRALE: Un prodotto che ha origini locali.
NOSTRANO: Un prodotto che ha origini locali.
NOVA IORCHE: Per indicare la città di New York.
O
O’: Esclamazione che richiama l’attenzione alla frase che segue. “O’! ma che a’ capito o no ?”, Hei, mi hai inteso (ascoltato) o no?
ORA: In Toscana ed in particolar modo a Firenze, usato nel giusto contesto, significa adesso. “Si va ora o dopo?, si va adesso o dopo?
ORIOLO: Significa orologio. A Firenze Via dell’Oriolo è strada antica. “Vado a riparare l’oriolo. , vado ad aggiustare l’orologio.
OVVIA: E’ un’esclamazione tipica fiorentina, nata nel tardo rinascimento, che trae origine dall’unione dalle parole “o” e “via” e che esprime l’invito a far presto o che manifesta anche irritazione, disappunto, rammarico, a seconda di come viene usata. Talvolta usata in abbinamento a “Giù” diventa Ovvia Giù che può significare: facciamolo, andiamo, ripensaci. Vedi: https://www.florencecity.it/ovvia/
P
PACCHIANO: Persona che si veste in maniera esagerata e vistosa.
PADELLARE: Sbagliare un bersaglio. Utilizzato nel linguaggio della caccia, ma anche nel gergo comune. “T’hai padellato il fagiano!”, non hai colpito il fagiano.
PALLE: Parola impiegata, quasi sempre con il rafforzativo “O'” per richiamare l’attenzione di qualcuno quando fa qualcosa fuori da seminato, cioè fuori dagli schemi. “O’ palle, ma icché tu dici?”, … ma che cosa sta dicendo?
PALLINO: Assume lo stesso significato dell’espressione sopra “palle” però di solito indirizzata da una persona adulta verso qualcuno più giovane.
PANMOLLE: Pane inzuppato nell’acqua.
PANZANELLA: Piatto tipico della Toscana, da leggere l’articolo: Panzanella fiorentina
PARTIRE: Dividere in parti. “Vai, devi partire i’ dolce”, Comincia a dividere il dolce.
PASSATA: Il cerchietto usato per fermare i capelli.
PASSERA: Indica sia l’organo genitale femminile sia una bella ragazza. “Guarda che passera l’è quella!”, guarda che bella ragazza è quella la.
PASTE: Sinonimo di pastasciutta. “Buhaioli c’è le paste“, Lascio all’articolo la spiegazione.
PELUCCARE: Usato in termini generici quando qualcuno prende piccoli pezzetti di cibo.
PERDINCI: Usata per indicare disappunto per qualcosa che è andato storto. “Perdici, pe’ poho ho perso i’ treno”, accidenti, ho perso il treno per poco.
PERDINDIRINDINA: Espressione stizzita di quando si perde la calma, usata al posto delle parolacce.
PESO: Per indicare qualcosa di gravoso, insostenibile, noioso. “Certo che mario l’è peso!”, Mario risulta noioso.
PETONCIANE: Sinonimo di melanzane.
PETTA’A: Indica una salita ripida e faticosa. Deriva dalla parola pettata che significa colpo al petto, il riferimento è dovuto al grande sforzo cardiaco per affrontare la salita. “Io e un’ vengo, l’ha’ visto che petta’a che c’è!?”, io non vengo, hai visto che salita che c’è!?
PEZZOLA: Il fazzoletto per il naso.
PIACCICONE: Si usa per indicare una persona lenta a fare qualsiasi cosa.
PIAGNISTEI: Si definiscono piagnistei le lamentele continue per futili ragioni.
PIATTI PARI: Piatti piani.
PIATTOLONE: Riferito ad una persona che si muove lenta e noiosamente.
PICCINO: Equivalete di piccolo, “Oohh come l’è piccino codesto mimmo”, è veramente piccolo questo bambino.
PICCOSO: Una persona testarda.
PIDOCCHIOSO: La parola si riferisca ad una persona tirchia, non disposta a spendere denaro, nonostante ne abbia, tanto da apparire anche indecoroso nel vestire, come un barbone.
PIGIARE: Sinonimi di premere, schiacciare.
PIGLIARE: Sinonimo di prendere.
PILA: Torcia elettrica funzionante a pile.
PÌLLORO: Ciottolo di fiume.
PINA: Sinonimo di pigna. Un modo di dire è infatti: “Tu se’ duro come le pine verdi!”, sei proprio un testardo.
PIPI: Organo sessuale maschile usato soprattutto nel linguaggio dei bambini.
PIPPOLO: Oggetto di piccole dimensioni con una funzione specifica come un pulsante, una vevetta, un bottone.
PIRULINO: Piccolo cono di carta realizzato a mano arrotolando un foglio e umettando la punta con la saliva per incollarla. Usato come proiettile della cerbottana. Dato che si tratta di un cono stretto e allungato è entrata in uso per indicare una persona alta e magrissima. “Guarda che pirulino l’è quello!”, guarda come è magro quel signore.
PISCHELLO/A: Ragazzo/a di età piuttosto giovane, spesso usato per sottolineare la mancanza di esperienza.
PISSERO/A: Qualcosa (oggetto) o qualcuno (persona) che vale apparentemente veramente poco. Indica ad esempio un/a giovane lezioso/a, un po’ incapace, molto meticolosa nel vestire tanto da essere stucchevole oltre ogni limite. Persona che fa smancerie anche inopportune ed esagerate.
PODERE: Pezzetto di terreno coltivabile. “L’è ni podere e torna stasera”, è nel campo torna stasera.
POGARE: Parola fiorentina di recente introduzione, consiste nel saltare a ritmo di musica spingendosi gli uni con gli altri durante i concerti o le manifestazioni.
POGGIO: La sommità di una collina.
POPONE: Quello che nel resto d’Italia è chiamato melone. Vedi: Il popone
POPPE: Equivalente del seno. In uso da moltissimo tempo, tanto da ritrovarlo nella Divina commedia. “[…] le sfacciate donne fiorentine / l’andar mostrando con le poppe il petto” (La Divina Commedia, Inferno, Canto XXIII, vv. 101-102).
POPPE DI MONACA: Il modo fiorentino di chiamare le meringa.
PORO: Sinonimo di povero. “Non sei andato? Poro te!”, non sei andato? Povero te!
POSCIA: Indica dopo oppure poi o ancora in seguito, “Poscia che m’ebbe ragionato questo, / li occhi lucenti lacrimando volse” (La Divina Commedia [Inferno, Canto II, vv. 31-32])
POLE: Equivalente di potere. “Che si pòle?. posso entrare? ed ancora “Un se ne pòle più, non se ne può più.
POTTA: Assume significato duplice. Un primo in termini sessuali ed indica l’apparato genitale femminile. L’altro è l’equivalente del termine, sempre fiorentino, ganzo, cioè comportarsi da superiore, “E fa i’ potta”, fa il superiore.
POTTINO/A: Oppure usato POTTONE/A cioè fare il pòtta (vedi sopra) ma non avendone le qualità, quindi riduttivo. “Che pottino di merda”, fa il superiore del cazzo.
PRINCIPIARE: Iniziare, cominciare un’azione. “L’è i tocco che si principia a desinare?!, è le 13.00 si comincia a mangiare?!
PRECISO!: Esclamazione corrispondente a “esatto!”, “Proprio così!”.
PRESCIUTTO: Prosciutto.
PRESEMPIO: Per esempio, “Facciamo presempio che si va’ al mare…”, facciamo per esempio che andiamo al mare…
PRUZZICA: Pizzica. “Oggi mi prùzzica il naso”, oggi mi pizzica il naso.
PUNTO/I: Avverbio di negazione assoluta che significa che di quella cosa non ce ne sta assolutamente. “Che c´hai di caffè? No, un ce n´ho punto!”, hai del caffè? “Non va punto bene!”, non va bene per niente.
PUPPE: Equivalente del seno. Ricordo anche un uso del termine divertente. Puppe a Pera
PUTAHASO: Metti caso che. “Putacaso ce l’hai un giravite?”, hai un cacciavite?
PUZZO: Fare puzzo, cioè essere uggioso, fare polemica per qualcosa. “Oh gnamo, quanto puzzo tu fai pe’una bischera’a!”, via su smettila, stai facendo tanta polemica per una scioccheza.
Q
QUATTRINI: Il Quattrino era una moneta del Granducato di Toscana cioè soldi. “Che ce l’hai i quattrini?”, hai un po’ di soldi?
R
RADDOLICARE: Significa far dolere di meno, lenire un dolore. In senso figurato si intende calmare, ammansire, rabbonire
RÀGNOLO: Ragno.
RAMATO: Verderame, “Che lo dai te il ramato?”. lo dai il verderame?
RAMERINO: Rosmarino.
RAMMENTARE: Ricordare, “Te lo rammenti o no?”, Te lo ricordi o no?
RASPONE: Masturbazione maschile.
RASSEGARE: Morire dal freddo.
RATTRAPPISSI: Intirizzirsi a causa del freddo, “L’è un freddo ‘ane, mi son rattrappito tutto!”, E’ molto freddo mi sono intirizzito tutto.
RAZZOLARE: Raspare il terreno, come le galline. Usato come sinonimo di cercare. “Razzola nel cassetto ci son le forbici.”, cerca nel cassetto ci devono essere le forbici.
RIAUTA: Rivincita. Utilizzato soprattutto nel gioco delle carte.
RIAUTO: Riprendersi dopo un malore. “Che ti sei riauto?”, ti sei ripreso?
RIBOLLITA: Zuppa di pane riscaldata il giorno dopo. Vedi Ricetta.
RIFICOLONA: La Rificolona è una festa tradizionale fiorentina. Vedi Articolo.
RIMBUZZASSI: Rimettere la camicia dentro i pantaloni. “Rimbuzzati la ‘amicia”, Rimetti la camicia dentro i pantaloni.
RIMPIATTARE: Indicanto un oggetto che non si trova. “O’ indó si sarà rimpiatta’o!?”, chissà dov’è?
RIMPIPPARSENE: Sinonimo di fregarsene. ” Oh che ti importa o no? No, mi rimpippa”, ti interessa o no? No, me ne frego.
RIMPINZARSI: Mangiare fino a riempirsi completamente.
RÌNCO: Derivato da rincoglionito. “ooohhh rinco!”, sei rincoglionito.
RINGAMBA: Persona che ha promesso una cosa e poi non l’ha mantenuta. “ohhh che ringambi?”, non lo fai?
RIPIENARE: Riempire fino all’orlo. “L’ha ripienato.”, L’ha riempito fino all’orlo.
RISCONTRO: La presenza di una corrente d’aria, “Chiudi la finestra che fa riscontro e sbatte l’uscio!”, Chiudi la finestra che c’è corrente d’aria e si chiude la porta!
ROMAIOLO o RAMAIOLO: Mestolo usato in cucina.
ROVENTINO: Una delle tante forme di migliaccio, sangue di maiale cotto con lo zucchero o condito con il formaggio.
RUZZARE: Sinonimo di scherzare. “Che l’abbozzi di ruzzare?”, la smetti di scherzare?
RÙZZOLA: Parola legata ad un vecchio gioco in cui si lanciava un disco di legno con una mano o mediante una corda. Usato per indicare qualsiasi cosa che ruota su un asse.
RUZZOLARE: Inteso come caduta su un terreno scosceso che ha come conseguenza il rotolare dopo la caduta. “L’è ruzzolato e si è accicciato tutto”, è’ caduto e si è fatto male.
RUZZOLAMERDA: Lo scarafaggio che forma delle palline ruzzolando gli escrementi.
S
SACCOCCIA: La saccoccia rappresenta la Tasca dei pantaloni, si usa dire quando si da del denaro a qualcuno: “Mettilo in saccoccia”. Da qui deriva anche l’espressione: “Prenderlo in saccoccia”, quando qualcuno ti ha rifilato una fregatura.
SE’ ‘MPARENTAHO: Si usa dire quando due pezzi distinti non si staccano più, classicamente due pezzi di metallo saldati dall’ossido.
SBATTISSENE: Fregarsene, “Oggiù sbattitene, tanto l’è cosi”, non ti preoccupare tanto la cosa non cambia.
SBIASCICARE: Masticare a bocca aperta producendo rumore. “Ohh, che la smetti di sbiascihare!”, smetti di fare rumore mangiando!
SBRAHALATO: Indica una persona che si è distesa a terra o sul divano in maniera rilassata assumendo una posizione sguaiata, cioè non compita.
SBRAHATO: Quando gli indumenti ti vestano in maniera disordinata e disadorna. Esempio classico pantaloni sgualciti e camicia sbottonata fuori dai medesimi.
SBRINDELLATO: Indica un indumento vistosamente lacero o rotto. “Icche t’hai ‘ombinato, t’hai i pantaloni tutti Sbrindella’i”, cosa ti è successo, hai i pantaloni rotti.
SBUDELLASSI: Ridere a crepapelle. Deriva dal fatto che quando uno ride sguaiatamente spesso la camicia esce dai pantaloni. “Ci si sbudella dalle risate”, si ride a crepapelle. Può essere usato per indicare ad una persona che gli si vede l’addome fuori dai vestiti.
SBUZZATO: Indica l’addome aperto da un taglio che mette in evidenza le budella. “hai sbuzzato il coniglolo?”, Hai aperto il ventre del coniglio?
SCALEO: Scala, in origine di legno che presenta gradini su tutti e due i versanti.
SCANCELLARE: Equivalente di cancellare.
SCANNATOIO: Appartamento adibito ad incontri sessuali.
SCATTIVARE: togliere la parte non buona, specialmente di frutta e verdura, ma anche di carne. Usato soprattutto in cucina, ma si adatta anche altrove, vestiti, legno, ecc.
SCEMARE: Diminuire, “E un gli scema la febbre”, la febbre non gli cala.
SCHIACCIATA: Pasta da pane cotta bassa e croccante con olio e sale in superficie. Spesso pronunciato Stiacciata.
SCHIACCIATA ALLA FIORENTINA: Dolce tipico carnevalesco di Firenze.
SCHIANTASSI: Andare a sbattere con violenza alla guida di un mezzo. Talvolta usato in modo figurato per indicare ad esempio una risata prolungata. “s’è schiantato sui palo”, ha sbattutto sul palo.
SCIAMANNONE: Utilizzato principalmente con i bambini quando giocano molto sguaiati: “Via su, un fa’ lo sciamannone”, Via, gioca più calmo. Usato anche per gli adulti con le stesse modalità.
SCIANTILLI: Stivaletti di gomma, usato anche Calosce e Galosce.”Mettiti gli sciantilli sennò tu t’ammolli i piedi”, Mettiti gli stivali di gomma o ti bagni i piedi.
SCLERARE: Il termine indica uno stato d’animo oltre l’arrabbiatura caratterizzato da sproloquio e momentanea perdita di contatto con la realtà.
SCLERO: Impazzito, fuori di testa, stressato.
SCODELLA: E’ il piatto fondo, quello che in italiano è chiamato ciotola. A Firenze con il termine ciotola indichi contenitore dove mangiano gli animali domestici..
SCOPARE: In fiorentino ha il significato di rapporto sessuale completo. Attività ben più divertente che spazzare o pulire il pavimento.
SCOPPIO: Quando si è preso un forte schiaffo o un cazzottone spesso si dice, accidenti che scoppio l’ha preso. In alternativa si usa anche Tonfo.
SEGA: Ovviamente indica lo strumento con cui dividere ferro o legno o altro, ma in gergo fiorentino indica un rapporto sessuale solitario maschile!
SEGARE: Oltre che l’atto di usare una sega in fiorentino indica anche la bocciatura a scuola. “T’hanno sega’o? non sei stato promosso? Usato anche “Bocciare“.
SEGUITA: Indica il desiderio che qualcuno smetta di fare qualcosa che da fastidio, “E allora seguita”, la vuoi smettere.
SERGONZONE: Colpo che si da nella gola a mano chiusa. Vedi Sporti e sergozzoni.
SGAMARE: Significa evitare qualcosa, può trattarsi di un evento oppure scoprire uno scherzo o una bugia. “Ho sgamato ì’compito in classe” ho evitato il compito in classe. Oppure “T’ho sgamato”, ti ho scoperto.
SGANASCIASSI: Ridere a crepapelle. Vedi anche “Sbudellassi” e “Schiantarsi”. “Ci siamo sganasciati dalle risate”, abbiamo riso a crepapelle.
SGORATA: Macchia allungata, tipo strisciata. Classica macchia di sudore sotto le ascelle. Da gora, canale per l’irrigazione in campagna.
SGRANARE: Se in italiano significa staccare i chicchi dalle pannocchie o estrarre i piselli dal baccello o ancora, per i più religiosi, sgranare il rosario, per i fiorentini assume il significato di mangiare.
SICCHÉ: In fiorentino sostituisce ALLORA. “S’ave’a fame sicchè siamo andati da i lampredottaio”, Avevano fame e siamo andati dal venditore di lampredotto.
SICI: Diminuitivo negativo di “siciliano”, usato per indicare una persona o cosa tamarra.
SISA: Equivalente di Sisal, società che gestisce il totocalcio. “Che casa t’ha’compra’o? Oh c’ha’ vinto alla Sisa?”, che bella casa hai comprato, hai vinto al totocalcio?
SISTOLA: Tubo di gomma o di plastica che si usa per annaffiare.
SITO: Puzzo, odore sgradevole.
SIZZA: Vento freddo e pungente.
SMENCIO: Per indicare qualcosa di floscio, molle. Usato in maniera volgare per indicare il membro maschile a riposo!
SOLITO: Indica una persona che si comporta sempre nella stessa maniera, ma in termini dispregiativi. “Gl’è sempre i’ solito”, è sempre lo stesso.
SOMMOMMOLO: La parola deriva da una nota trasmissione radiofonica, Il Grillo Canterino, in cui uno dei personaggi usava questa parola per dire che avrebbe assestato un pugno o uno schiaffone. Il personaggio è Gano il duro di San Frediano che ritroviamo in questo articolo: I personaggi del Grillo Canterino
SORTIRE: Uscire da un luogo chiuso. Tipico il modo di dire “Sorti fori se t’hai coraggio!”, esci se hai coraggio!
SPELLUZZICARE: In italiano corretto si dice spilluzzicare, cioè assaggiare piccole quantità di cibo di solito mentre qualcuno cucina.”O’ che la smetti! Un tu fa’ artro che spelluzzicare! Poi un tu mangi quande si va ata’ola”, la vuoi smettere! Non fai altro che mangiucchiare e poi quando andiamo a tavola non hai fame.
SPENGERE: Equivalente fiorentino di spegnere.
SPICCIARSI: Indica la necessità di fare in fretta.
SPICCICATI: Staccarsi in senso fisico da qualcosa o da qualcuno.
SPIPPOLARE: L’uso forsennato di un telecomando o di una tastiera da computer.
SPORTELLA: L’anta di un mobile in cucina.
SPUTTANARE: Il termine assume più significati secondo il contesto. 1) Raccontare un fatto riguardante una persona che la stessa voleva tenere segreto. 2) Sperperare dei soldi 3) Rovinare qualcosa.
STECCHINO: Stuzzicadenti.
STIACCIATA: Equivalente di schiacciata. “Oh, nini, mi dai du’ euro di stiacciata?”, per favore, mi daresti due euro di schiacciata? Si rimanda all’articolo: Pasticceria Stefania e la schiacciata alla fiorentina.
STRACCO: Molto stanco.
STRAMUTARE: Spostare, trasportare in altro luogo.
STRIPPARE: Si usa per indicare quando si è mangiato fino all’inverosimile.
STROGOLARE: Di derivazione dal termine longobardo trogolo si intende lo sporcarsi o sporcarequalcosa. “A mangiare quella ribollita tu ti sei tutto strogolato”, Mangiando la ribollita ti sei sporcato.
STRONCARE: Rompere qualcosa, anche usato come minaccia. “Ti stronco se un tu l’abbozzi!”, Ti rompo se non smetti.
STRULLO: Offesa bonaria rivolta a qualcuno che si comporta in maniera troppo allegra o faceta. “Oh che l’abbozzi di fa’ lo strullerello!”, la smetti di fare il giocherellone.
STUCCO: Usato per indicare una sorpresa. “Son rimasto di stucco quando mi ha telefonato!”, sono rimasto sorpreso quando mi ha telefonato.
SUDICIO: Usato sia per indicare una persona poco pulita sia come termine fiorentino per la nettezza casalinga. “L’ha portato giù i sudicio! , hai portato giù la nettezza!
SUIVVISO: Per indicare che si minaccia qualcuno di colpirlo sul viso. “Oh un gni metto le mani su’ i’-vviso?”, Adesso lo colpisco sul viso.
SVOLGERE: Tirar fuori da qualcosa strappando.
T
TAMBURLANO: Riferito ad un oggetto ingombrante, brutto e antiestetico. “Oh che tamburlano di macchina t’ha comprato!?, che brutta macchina brutta hai comprato!? Tamburlano
TATTAMEA/O: Persona che si presenta con un perbenismo formale, che si vuole dimostrare più timida, dimessa e riservata di quanto in realtà sia.
TIRABARALLA: significa suppergiù, pressappoco, all’incirca, approssimativamente. Tirabaralla
TIRASSELA: Assumere un comportamento di superiorità non giustificata, spesso riferito all’organo genitale femminile. Usato comunemente riferendosi ad una ragazza che pensa di essere più bella delle altre. “Guarda quella un fa che tirassela, che crede d’avella solo lei?, quella ragazza si pavoneggia, forse crede di essere la più bella? Altro esempio: “Non te la tirare! …che poi la ti si rompe”.
TATTARILLO: Probabilmente un equivalente di grullaccio (non verificato)
TOCCO: Può assumere due significati, rispetto al tempo indica le ore 13.00, usato anche per indicare una persona che non è particolarmente intelligente. “Gl’è un po’ tocco”, è un po’ stupido.
TONI: Tuta da ginnastica. Si rimanda all’articolo: Toni, una parola tutta fiorentina
TONFO: Coando si assesta o si riceve un grosso cazzotto. Ti do’ un tonfo che ti lascio in terra!
TOPINI: Gnocchi di patate. Si rimanda all’articolo: Il fiorentino all’estero.
TOSSA: Tosse. “T’hai la tossa”, hai la tosse.
TOTTO’: Modo di dire per indicare il toccare, spesso usato per indicare una punizione per i bimbi con schiaffi sul sedere. “Ti faccio totto sul sedere eehh!”, Ti sculaccio eehh!
TRABICCOLO: In origine era l’intelaiatura in legno dove veniva posto il veggio usato per riscaldare il letto. Ora più usato come definizione burlesca o dispregiativa di una macchina complicata e ingombrante, di un veicolo vecchio e sgangherato.
TRAMENARE: Darsi da fare, aggeggiare, compicciare, rimettere insieme, fare qualcosa in modo poco ordinato. “Icché tu trameni?”, che cosa stai compicciando?
TRAMENIO: Indica gli effetti di tramenare. Lavorare o fare qualcosa disordinatamente. “Gl’è tutt’ un tramenio”, è tutto un fare e disfare.
TRASPORTO: Equivalente di funerale, nel senso di trasportare il defunto dalla chiesa al cimitero.
TRENCE: Sinonimo di impermeabile.
TRESPOLO: Supporto di varia forma che poggia su tre o quattro piedi usato come appoggio o come sgabello.
TRECIOLO / TRICIOLO: Equivalente di cetriolo.
TRIPPAIO: Colui che gestisce il banco della vendita di trippa, lampredotto e ventricino.
TROIAIO: Un qualcosa che è venuto male, un piatto, una costruzione, uno scritto. L’equivalente di pasticcio ma più truculento. “Guarda che troiaio che t’ha’ cucinato!”, guarda che pasticcio che hai cucinato.
TROMBAIO: Equivalante di idraulico. Deriva dall’antico significato di tromba che significava pompa.
TRONATA: Se nella lingua italica significa detonazione, sparo, scoppio fragoroso, nel fiorentino corrisponde ad un forte colpo preso alla testa che ti lascia rintronato per un po’ di tempo. In alternativa si può dire, infatti, che scoppio l’ha preso.
TUGURIO: Luogo particolarmente angusto, scuro, sudicio e squallido.
TURASSI: Significa letteralmente chiudere, usato per dire di chiudere bene gli abiti per pararsi dal freddo. “Turati che si gela”, chiuditi che fa molto freddo.
TURO: Equivalente di chiudere un recipiente. “Turo le bottiglie!” tappo le bottiglie!
U
UGGIA: Sinonimo di smania o noia, “Uh, c’ho un uggia oggi…”, ho una smania oggi…
UGGIOSO: Di una persona che procura uggia, noia, smania.
UGNELLI: Gli unghielli degli animali.
UMORI: Sinonimo di catarro. “Mi son’ riempito di umori”, mi sono pieno di catarri.
UNNEVVERO: Letteralmente, non è vero.
USCIO: Sinonimo di porta, “Chiudi l’uscio”, chiudi la porta.
V
VALERIOOO: Gridata prolungando la o, usata alle Cascine da chi stava cercando i’-ffumo.
VANTAZIONE: Una forzatura di Vantarsi, “No pe’ vantazione.. ma a casa mia c’era la miseria!”, non per vantarsene, ma a casa mia c’era miseria!
VEGGIO: Scaldino di terracotta con manico.
VELA: Esclamazione unita ad una gestualità fatta da pollice e indice messi ad elle con una ruotazione ripetuta del polso. Indica una scarsa speranza che qualcosa avvenga o che si abbia una buona riuscita. Il gesto è accompagnato dalle parole “Poca vela!”.
VENVIA: Letteralmente significa vieni via, ma in realtà vuol dire non è vero oppure lascia stare.
VERDE: Usato per indicare l’essere senza soldi. “… e sono ai verde!”, non ho più soldi.
VERSO: Inteso come modo o maniera, “Un c’è verso”, non c’è modo.
VEZZO: Indica una persona non abituato a fare una cosa, “Un tu se’ vezzo”, non sei abituato. Usata anche per indicare una collana. “Che bel vezzo che tu’ hai!”, che bella collana che hai.
VIOTTOLO/A: Strada stretta di campagna o di montagna.
VISUCCIO: Si utilizza per descrivere l’aspetto di qualcuno che non sta troppo bene, “T’ha’ visuccio. C’hai la febbre?”, hai un aspetto non troppo buono. Non avrai la febbre?
VOCIARE: Alzare la voce, parlare ad alta voce, equivalente di Bociare, “O icché bocia?”, perché urla tanto?
Z
ZENZERO: Usato per indicare peperoncino.
ZIBA/E: Zitella/e.
ZÌNGANO: Zingaro.
ZINZINNINO: Per indicare una dose piccolina di solito usata per il cibo. Si usa anche per indicare una piccola misura anche in altri campi. “Fallo uno zinzinnin’ più lungo, vai, quest’orlo!” potresti allungare ancora l’orlo di qualche altro millimetro. Equivalente di “Cincinnino“.
ZOZZO: Si dice di un oggetto molto sporco, “Maiala come gl’è zozzo!”, Accidenti, è veramente molto sporco.
ZIZZOLA: Per indicare che fa molto freddo, equivalente di BUBBOLA.
ZUZZERELLONE: Per indicare una persona, un bambino, che ha sempre voglia di scherzare e di ridere o meglio ruzzare.
Ma la O e le altre lettere ?😒
Menu poi conoscere Firenze poi vocabolario fiorentino
Manca CIOCCE per indicare il seno!
Aggiunto, grazie.
Fumino?
Si, grazie!
Mi garberebbe inserire anche “eddie”, “eddie no!”
Detto, fatto.
abballinare ripiegare le materasse sul letto x fargli prendere aria
Salve, ma abballinare ha lo stesso significato anche in “italiano”.
non ho trovato grattare .rubare.
Grazie aggiunto.
Tranvai
Tronata
Boccata
Grazie, aggiornato per tronata e boccata, che mi hanno poi fatto venire in mente tonfo e scoppio. Mentre tranvai si usa in tutta Italia.
Grazie ancora.
Essere,è stato scritto uguale alla spiegazione,un esempio:”tu dev’ESSE grullo”(senza offesa a nessuno)
Salve, non abbiamo capito a cosa si riferisce.
La mia mamma diceva frinzello per uno strappo ricucito male. T’ha fatto in frinzello…
La definizione la trova qua: https://www.florencecity.it/il-significato-delle-parole-fiorentine-dalla-a-alla-i/
Fantastico ! Come tutte la cose di cuimsi occupa i Cioni !! Bravo Jacopo !
Grazie, davvero gentile.