Fotografia di Gianni Degl’Innocenti Balsicci

Nel pomeriggio dell’ultimo sabato settembrino, sotto un sole ancora caldo e gradevole, la compagnia dello struscio si è riunita presso Villa Il Bandino, in quel di Gavinana.

Sono molti gli strusciaioli che hanno deciso di ascoltare le parole del Maestro Luciano Artusi e di Lorenzo Andreacci che hanno illustrato la storia della Villa Il Bandino e della Grotta del Bandino. Storie antiche che percorrono il tempo sino ad oggi, famiglie e modifiche che hanno trasformato il volto della villa e della grotta. Aneddoti lontani ed esoterici riferimenti.

Fatto sta che ancora oggi il fascino del luogo è vivo e la grotta si espone in tutta la sua antica bellezza.

Fotografia di Gianni Degl’Innocenti Balsicci
Fotografia di Gianni Degl’Innocenti Balsicci
Fotografia di Gianni Degl’Innocenti Balsicci

 

Foto di Carlo Alberto Manetti

Dopo una breve introduzione del Maestro Artusi e poi di Lorenzo Andreaggi sulla storia di Gavinana e di Villa Il Bandino è intervenuto anche il Narrator Cortese Franco Ciarleglio per spiegare lo stemma della famiglia Bandini. In seguito gli strusciaioli sono stati accompagnati, da due madonne, un messere e un frate munito di grossa croce in legno, tutti vestiti di abiti medioevali, alla grotta.

Varcati due cancelli ci ritroviamo in un piccolo giardino, purtroppo piuttosto trasandato, sul cui fondo è presente la grotta.


Fotografia di Gianni Degl’Innocenti Balsicci

Qui Lorenzo, fine conoscitore della storia della grotta, ne ha raccontato il percorso nel tempo, le trasformazioni, l’architettura, la funzione ed infine le allegorie rappresentate, ed anche l’aspetto esoterico nascosto in queste allegorie.

Fotografia di Gianni Degl’Innocenti Balsicci

In origine semplice fontana costruita nel 1100 ed appartenne alla famiglia Baroncelli, passata poi nelle mani della famiglia Bandini fino alla morte dell’ultimo discendente Giovanni Bandini si trasforma poi in grotta ad opera della famiglia Niccolini. Prima a cielo aperto e poi chiusa da un soffitto affrescato come oggi si mostra. Un luogo dove rifugiarsi nelle torride giornate estive per trovare sollievo nel refrigerio dell’acqua nella vasca.

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Alfeo e Aretusa
Fotografia di Gianni Degl’Innocenti Balsicci

Nella grotta sono raffigurate le 6 arti, tre per ogni parete laterale, mediante delle sculture di nani. Manca la statua che centralmente si ergeva sul basamento. Statua realizzata da Battista di Domenico Lorenzi, raffigurante Alfeo e Aretusa. Spostata, venduta, ed oggi esposta al Metropolitan Museum of Art di New York.

Ed infine allegorie di sapore massonico rappresentanti l’evoluzione dell’apprendimento nell’esoterismo al cangiare del colore della pelle dei protagonisti.


Fotografia di Gianni Degl’Innocenti Balsicci

Tutto il gruppo si è poi spostato per raggiungere la chiesa di San Marcellino sita nell’omonima via facendo una breve sosta all’inizio della via dove c’è il tabernacolo a Santa Brigida. Qui il maestro Artusi ha spiegato la genesi, distruzione e rinascita dello stesso tabernacolo. Non sono mancati aneddoti tra cui quello dei brigidini di cui presto vi parleremo.

 

 

 

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Fotografia di Gianni Degl’Innocenti Balsicci

La chiesetta di San Marcellino è molto piccola e sconosciuta ai più. Una chiesetta che è sopravvissuta al vandalismo della guerra, mantenendo la sua architettura unica in tutta Firenze, intatta. La chiesetta è privata e mantenuta in buono stato dalla famiglia che la possiede. Qui sia il Maestro che Lorenzo hanno raccontato la sua storia e le sue caratteristiche architettoniche.

Fotografia di Gianni Degl’Innocenti Balsicci
Fotografia di Gianni Degl’Innocenti Balsicci

 

 

 

 

 

 

 


Infine, prima di chiudere questa bellissima esperienza Lorenzo Andreaggi si è esibito per tutti noi in una vecchia canzone fiorentina dal titolo: “IN RIVA ALL’ARNO“. Canzone che potete ascoltare qui sotto grazie al video di Carlo Alberto Manetti:

Lo Struscio Fiorentino
Lo Struscio Fiorentino tra Il Bandino e San Marcellino

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